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Kheira Hamraoui: «Chi mi ha aggredita voleva rompermi le gambe per mettere fine alla mia carriera»

La giocatrice del Psg femminile sui social, a quasi un anno dall’aggressione: «Sono stata insultata e minacciata di morte».

Kheira Hamraoui: «Chi mi ha aggredita voleva rompermi le gambe per mettere fine alla mia carriera»
Db Monza 24/03/2021 - Champions League femminile / Barcellona-Manchester City / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kheira Hamraoui

Il 4 novembre 2021 la giocatrice del Psg femminile Kheira Hamraoui fu aggredita in modo brutale da due uomini incappucciati che le colpirono le gambe con una spranga di ferro. Erano stati mandati ad aggredirla da una sua compagna di squadra, Aminata Diallo, posta in custodia cautelare ieri e incriminata per violenza aggravata e associazione criminale. Ora la Hamraoui ha deciso di rompere il silenzio con un lungo post su Instagram.

«Non dimenticherò mai quella sera del 4 novembre 2021. Mi perseguita notte e giorno. Quella serata buia che ha cambiato la mia vita personale e professionale, la mia vita di donna e di calciatrice. Quella triste sera in cui ho creduto di morire quando due uomini incappucciati mi hanno costretto a scendere dall’auto. Mi hanno picchiata con sbarre di ferro, mirando principalmente alla parte inferiore del mio corpo. Quella sera il loro obiettivo era semplice: portarmi via lo strumento di lavoro con estrema violenza rompendomi le gambe e mettendo fine alla mia carriera».

La giocatrice se la prende anche con il clamore mediatico che seguì all’aggressione.

«A seguito di questa esperienza così traumatica che si è trasformata in un’ingiustizia assoluta, sono stata vittima di un sorprendente attacco mediatico per diffamare la mia immagine e la mia vita privata. Lo scopo era quello di allontanare l’opinione pubblica dalla verità: io sono una vittima. Certamente non colpevole, tranne probabilmente per essermi chiusa nel silenzio (…). E di aver lasciato che il rumore mediatico si placasse».

E ancora:

«Per lunghissimi mesi dopo il mio attacco, sono stato ingiustamente insultato in campo, molestato sui social e minacciato di morte».

Ora confida nella giustizia.

«Oggi confido nella giustizia per far emergere la verità e per salvare il mio onore. Non vedo l’ora che il mio nome venga nuovamente associato solo alle pagine sportive e lasci le cronache legali».

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