Il Foglio: Ci sono ben 6 italiani candidati al Golden Boy. L’unico italiano a vincerlo fu Balotelli

Si tratta del riconoscimento riservato al miglior Under 21 europeo. In lizza Cancellieri, Sebastiano Esposito, Gnonto, Miretti, Scalvini e Udogie

Gnonto

Mg Monchengladbach (Germania) 14/06/2022 - Uefa Nations League / Germania-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Wilfred Gnonto

L’albo d’oro degli ultimi cinque anni: Mbappé, De Ligt, Joao Felix, Haaland, Pedri. Si tratta di un premio serissimo, il Golden Boy, il riconoscimento riservato al miglior calciatore Under 21 europeo. Quest’anno arriva alla ventesima edizione. Ne scrive il Foglio, che – scorrendo la lista dei quaranta candidati, per nulla sciovinista in quanto stilata da una giuria di giornalisti internazionali di prim’ordine – trova ben sei italiani:

Il Golden Boy non ha mai parlato troppo italiano, visto che in vent’anni l’unico azzurro ad averlo vinto è stato Mario Balotelli (2010), perciò scorrere la lista dei 40 porta alla prima grande sorpresa: il paese più rappresentato è proprio l’italia, ebbene sì, con sei candidati – Cancellieri (Lazio), Sebastiano Esposito (Anderlecht, in prestito dall’inter), Gnonto (Leeds), Miretti (Juventus), Scalvini (Atalanta) e Udogie (Udinese) – che possono diventare “sei e mezzo” aggiungendo il romanista Zalewski, che è nato a Tivoli ma ha scelto la nazionalità polacca. Dopo di noi la Spagna (6 giocatori), la Germania (5) e il Portogallo (4).

Come valorizzare questi talenti?

Nel paese in cui tutto si tiene, lo sport non è regolato in modo diverso dalla scuola o da altri settori del mondo del lavoro: le risorse umane non mancano affatto, ma difettiamo della capacità di saper impiegarle nel modo corretto, senza sprecarle, senza mortificarle, senza far loro venire voglia di scappare all’estero. In tempi di crisi globale, saper ottimizzare è qualità fondamentale. Saper incanalare da subito il talento, senza inutili anticamere senza più ragion d’essere, in un contesto organizzato e vincente come fa la Spagna, dove nel 2021 Luis Enrique non s’è fatto problemi a lanciare i Gavi e i Pedri e continuerà a farlo in futuro. Mancini, mai come oggi imprenditore di sé stesso, ama farsi bello con le sue provocazioni anti-sistema – Gnonto 2022 come Zaniolo 2018 – ma finché rimane voce isolata, anzi in aperta contrapposizione con lo status quo dei club, non ce ne faremo niente.

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