Berrettini: «Djokovic? Sarebbe sbagliato esentarlo perché famoso, la democrazia si basa sulle regole»
A La Stampa: «Detto questo a me come a tutti spiace che non ci sia Novak, con lui sarebbe stato un torneo più bello».

Londra (Inghilterra) 19/06/2022 - finale Queens Club / Berrettini-Krajinovic / foto Imago/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini ONLY ITALY
La Stampa intervista Matteo Berrettini. Ieri a Flushing Meadows ha faticato in quattro set (2-6, 6-1, 7-6, 7-6) contro il francese Hugo Grenier, n.119 Atp, e domani affronterà l’ex numero 1 del mondo Andy Murray.
Se fosse un bookmaker una vittoria di Berrettini a quanto la darebbe?
«Non so come funzionano queste cose, lo giuro. Non lo darei per primo favorito, ma neanche ventesimo».
È stato giusto escludere il no-vax Djokovic?
«Grazie della domanda: comunque rispondo, rischio di essere attaccato da tutte le parti… Oggi è difficile pensare di impedire di giocare a qualcuno, però ci sono delle regole. Non sarebbe giusto esentare qualcuno solo perché è famoso: sono le basi della democrazia. Detto questo a me come a tutti spiace che non ci sia Novak, con lui sarebbe stato un torneo più bello».
Nei mesi scorsi ha iniziato a studiare i meccanismi del sonno con Jacopo Vitale del “Galeazzi” di Milano: la pennichella le serve?
«Aiuta, il problema è che magari a quell’ora devi giocare. Negli ultimi giorni ho provato a prendere il ritmo del match di primo turno, se devi giocare in notturna però ti sballa tutto. Sono studi interessanti, continuerò l’esperienza».
Su New York:
«Spesso arrivo qui dopo periodi non facili. Anche nel 2019 venivo da un infortunio, avevo perso subito a Cincinnati, ma poi questo torneo mi stimola, mi tira fuori il meglio. Mi piace che New York capiti in questo periodo della stagione».