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Santopadre su Berrettini: «Ci piace rifare gli sketch di Verdone e De Sica, a volte qualcuno ci prende sul serio»

Il coach del tennista al Corsport: «Ha già dimostrato di potersi sedere al tavolo con i più grandi, ma il ritorno nei top 10 non dev’essere un’ossessione»

Santopadre su Berrettini: «Ci piace rifare gli sketch di Verdone e De Sica, a volte qualcuno ci prende sul serio»
Londra (Inghilterra) 19/06/2022 - finale Queens Club / Berrettini-Krajinovic / foto Imago/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini ONLY ITALY

Il Corriere dello Sport ha intervistato Vincenzo Santopadre, il coach di Matteo Berrettini prima del l’imminente trasferta che lo vedrà impegnato in Canada e negli Stati Uniti. Al di là dell’aspetto puramente tecnico e della preparazione in campo, anche il rapporto personale con il proprio allenatore è molto importante per un tennista, ma per qualsiasi sportivo

«Ormai ci conosciamo da una vita. Tutti i giocatori passano tanto tempo con i propri allenatori ed è fondamentale trascorrere le ore extra-campo in totale leggerezza. Durante i tornei parliamo di tutto: dagli argomenti di stretta attualità alle cose più divertenti. Ogni tanto ci piace guardare le scene dei film di Carlo Verdone e Christian De Sica per ridere insieme o recitare degli sketch».

Delle vere e proprie gag fuori campo

«Facciamo finta di litigare. Ogni tanto qualcuno dello staff ci prende sul serio, mentre noi ci divertiamo come matti. Se non sei sereno nella vita di tutti i giorni, non lo sei neanche in campo. Amo la spensieratezza e prendere la vita con quell’ironia tipica di noi romani»

Santopadre ha raccontato del rapporto di Matteo con Sinner

«È ottimo. Ancora non hanno giocato insieme in Coppa Davis, ma spero possano farlo presto a Bologna. Sono due ragazzi con sani valori che lavorano sodo per raggiungere i propri obiettivi. Lo definirei un rapporto basato sulla stima reciproca, non solo per ciò che rappresentano dentro al campo. Ci sono molte similitudini caratteriali».

E poi dei prossimi obiettivi e del traguardo del rientro in top 10

«Ha già dimostrato di potersi sedere al tavolo con i più grandi, ma non dev’essere un’ossessione. Quando arrivi così in alto puoi soffrire di vertigini e porti tante domande. I dubbi però potevano esserci nel 2020, oggi non più. Se superi tanti ostacoli e rimani in top 10 per tre anni di fila qualcosa vorrà pur dire. L’importante è la- vorare bene, i risultati arriveranno di conseguenza».

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