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Il Napoli istituisca il biglietto di cittadinanza, è assurda la pretesa di mettere dei prezzi per lo stadio

A Napoli il tifo non va preteso: va chiesto, ai tifosi, con pacatezza e cortesia. Intanto festeggiamo la squadra che a Ferragosto lavora (vivaddio) e vince

Il Napoli istituisca il biglietto di cittadinanza, è assurda la pretesa di mettere dei prezzi per lo stadio
Napoli 16/01/2016 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sassuolo / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: tifosi Napoli

Che la stagione di questa rinnovata squadra azzurra inizi nel giorno di Ferragosto lo considero un potente segno del destino. Per me, come immagino per tanti altri emigranti di lungo corso, Ferragosto rimane l’aporia storica più profonda dell’anno: il tempo in cui in Italia ricorre una cosa bizzarra – ovvero una vecchia festa cara ai fascisti in cui si commemora una donna che è salita al cielo in corpo e anima, come in ascensore e ben prima che Spielberg inventasse E.T. – un tempo che fece sbigottire un giovane Marchionne che al Lingotto si ritrovò da solo mentre un intero ufficio, che perdeva all’epoca cinque milioni al giorno, era in ferie (“In ferie da cosa?” la sua famosa ed inevasa domanda).

Ebbene, il Napoli è nuovo e riparte da un ferragosto di lavoro, vivaddio, non di angurie e salsicce arrostite. Anzi, la squadra di Spalletti potrebbe ben risultare l’unica soluzione di continuità, l’unica novità cittadina nell’ultimo decennio o giù di lì – fatta eccezione per la lista dei convocati a Verona, infatti, è difficile notare in città alcun mutamento seppur lievemente macroscopico, anzi proseguono stampa e affissione di billboard d’amore per i futuri calciatori cittadini onorari – magari tra qualche anno si produrrà anche un film, “Tre manifesti a Fuorigrotta, Napoli”, con Frances McDormand scritturata nel ruolo di protagonista femminile.

Ora viene il difficile. La prossima in casa. I prezzi per accedere agli spalti, va detto, sono impopolari. Cioè è impopolare che esistano dei prezzi, in euro e addirittura sotto forma di numeri reali positivi. Una scelta coraggiosa da suggerire alla proprietà, in questo clima ferragostano d’Italia vibrante e prossima alle elezioni, sarebbe quella di istituire una sorta di biglietto di cittadinanza: una quota in euro da elargire a chiunque faccia a società civile e sportiva la cortesia di recarsi allo stadio. Solo così il clima si rasserenerebbe tornando a saldarsi unito e solido come un blocco di granito attorno alla squadra. A Napoli, lo si comprenda finalmente, il tifo non va preteso: va chiesto, ai tifosi, con pacatezza e cortesia e trasformato in impiego retribuito a tempo, quanto meno, determinato. Nella peggiore delle ipotesi, in stage, riscattabile ai fini contributivi.

Altro suggerimento alla società è la gestione di un canale da affiancare alla radio ufficiale (nome possibile “La Raddìo”), dove ascoltare in loop i saluti e i ringraziamenti a tutti i calciatori che hanno vestito la maglia azzurra e sono andati via recidendo un cordone ombelicale. La rubrica inizierebbe il lunedì collezionando audio messaggi di ringraziamento a Attila Sallustro per concludersi il sabato con il cartellone “Ciao Vinazzà” da piazzare sull’Asse Mediano – strada al momento preferita alla Napoli-Canosa in quanto, secondo gli analisti, quest’ultima risulterebbe affollata e a forte rischio depressivo.

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