A Sportweek: «Dopo solo un mese mi sento come se vivessi qui da anni. La Juve? Non solo lotterà per lo scudetto, può vincerlo»
L’ex Juventus Federico Bernardeschi ha rilasciato un’intervista a Sportweek. Ha parlato dell’esperienza che sta vivendo a Toronto, in Canada, nella Mls.
“Ci crede se le dico che dopo un mese mi sento come se vivessi qui da anni? Sono rimasto colpito da tutto. Dalla città al modo di vivere, umano e professionale, sono rimasto colpito da tutto. La società ha un’organizzazione da top club e Toronto è spettacolare, non a caso è considerata la New York canadese. Sono stato presentato come una star e ho subito percepito un entusiasmo straordinario. L’Europeo ha dato a me e Insigne una popolarità mondiale, e l’accoglienza lo dimostra. Tenevo alla maglia numero 10, ma è stato tutto naturale. Il club me l’ha proposta, e io ho accettato con grandissima soddisfazione. L’ho sempre avuta sin da quando ero ragazzino, tranne alla Juve, me la sento addosso”.
Sull’esperienza alla Juventus:
“I gol li ho sempre fatti, ma alla Juve ero più focalizzato sull’obiettivo di squadra. Qui mi sento più libero e leggero, non è una questione di pressione perché quella c’è sempre ma quando giochi ti senti parte di uno show. C’è un modo diverso di vivere lo sport, ogni match è sentito come una finale di Champions. Sono andato a vedere una partita di baseball, uno spettacolo. Allo stadio portano anche i neonati, gli mettono le cuffie per il rumore, ma li fanno partecipare alla festa. In Italia siamo indietro“.
La Nazionale è un capitolo chiuso?
“Lo deciderà Mancini, sicuramente non essere al Mondiale ha cambiato i piani e prospettive per tutti. Ognuno deve avere le sue opportunità, dispiace perché un gruppo così forte e nel pieno dell’età come il nostro avrebbe meritato di giocarsi il Mondiale. Pensare che l’80% dei campioni d’Europa non ha mai partecipato a una fase finale del Mondiale mi intristisce. Spero che l’Italia possa viverne presto uno da protagonista”.
E sulla Juve:
“Qui il campionato più seguito è la Premier, ma la Serie A mantiene il suo fascino. La Juve non solo lotterà per lo scudetto, ma può vincerlo. C’era bisogno di prendere 2-3 giocatori top. Dopo tanti cambiamenti un periodo di assestamento è fisiologico”