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Marca incorona Davide Ancelotti: «Lavora 12 ore al giorno, i giocatori del Real lo adorano»

Il quotidiano spagnolo gli dedica un articolo: “È molto più del figlio di Carlo. Un professionista instancabile che parla cinque lingue e guida gli allenamenti”

Marca incorona Davide Ancelotti: «Lavora 12 ore al giorno, i giocatori del Real lo adorano»

Oggi Marca dedica un articolo a Davide Ancelotti. Il figlio di papà che venne a Napoli per essere “sistemato” dal genitore pensionando. Il più popolare giornale spagnolo, all’apertura ai giornalisti dell’UCLA, si sofferma sul “coinvolgimento e l’influenza di Davide Ancelotti, molto più del figlio di Carlo“.

Ricorda, Marca, di quando

“a dicembre, sei mesi dopo il suo ritorno al Real Madrid e quattro dopo l’inizio della stagione, nell’anteprima del derby al Santiago Bernabéu, Davide si è avvicinato a Benzema. Non che Karim abbia bisogno di istruzioni, ma il vice allenatore gli spiega come affondare la difesa dell’Atlético. Al 12′, sullo 0-0, Vinicius corre, alza la testa, legge il movimento del numero 9 e gli regala un pallone che aveva scritto il suo destino, la rete: 1-0”.

“La preseason regala sequenze simili – continua Marca – scoprendo un Davide in controllo e intenso. “Gioca!”, “Due tocchi!”, “Pressione!” sono la musica di sottofondo di questo futuro direttore d’orchestra. Per un osservatore esterno sembra che il secondo allenatore sia il primo e il primo il secondo. E tutti sono contentissimi, perché il legame tra lo staff è quasi perfetto e naturale”.

E ancora:

“Si rallegrano con lui negli uffici, un professionista instancabile, abituato a lavorare 12 ore al giorno”.

“Ci sono due chiavi, spiegano diversi calciatori del Real Madrid, per il successo di questo laureato in Scienze dello Sport con una tesi ponderata in metabolimetria nell’evoluzione funzionale del calciatore d’élite: la giovinezza e le lingue. Ha scintilla da bravo poliziotto ma sa anche porre dei limiti, conquista gli spogliatoi e perde l’etichetta di figlio del boss; la padronanza di italiano, francese, spagnolo, tedesco (il Bayern si vantava persino del suo livello sui social media) e inglese rende facile comunicare con tutti”.

Solo il napoletano non sapeva parlare, evidentemente.

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