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Leclerc: «Questo sport ha ucciso persone che amavo, ma non penso al pericolo»

Al Daily Mail. «Il fatto di togliermi dalla testa la morte di mio padre e di un amico mi faceva sentire in colpa. Ma succedeva solo per un paio d’ore…»

Leclerc: «Questo sport ha ucciso persone che amavo, ma non penso al pericolo»
Sakhir (Bahrain) 20/03/2022 - gara F1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Charles Leclerc ONLY ITALY

«Questo sport ha ucciso persone che amavo… ma non ho paura»: la stella della Ferrari Charles Leclerc si apre sulle tragedie di Anthoine Hubert e Jules Bianchi, ma parla anche della sua sfida a Verstappen, pure di Hamilton. Lo fa in una bella intervista concessa al Daily Mail.

Jules Bianchi per Leclerc era una sorta di padrino. Sempre al suo fianco nei momenti più difficili nella carriera, anche nel passaggio dai kart alle macchine da corsa. È morto nel 2015, dopo nove mesi di coma dopo un incidente in Giappone, nel 2014. Anthoine Hubert, invece, è venuto a mancare nel 2018. Stava correndo una gara di Formula Due. Leclerd, che non s’è mai rotto un dito, racconta che non è stato facile.

«Non penso al pericolo. Ero molto legato a Jules e ad Anthoine, che conoscevo da quando eravamo piccoli. È molto, molto difficile vedere persone che hai conosciuto che sono morte a causa dello sport che ami di più. Ma non penso di fermarmi. Sono fatto per fare il pilota, sin da quando ero giovane. Non c’è nient’altro che posso fare. Sono bravo soltanto a guidare. Il fatto di togliermi dalla testa la morte di mio padre e di un amico mi faceva sentire in colpa. Ma succedeva solo per un paio d’ore…».

Leclerc ha perso anche il padre, a soli 54 anni. Successe prima di una gara che avrebbe dovuto correre a Baku, in Formula Due. Nel dolore, il monegasco ha trovato forza e motivazione.

«Mi sono chiesto cosa avrebbe voluto mio padre in quel momento. La risposta è arrivata abbastanza rapidamente: avrebbe voluto che corressi, e che vincessi. Raggiunsi entrambi gli obiettivi. Ero molto legato a mio padre, aveva fatto tutto per me. Andai direttamente a Baku, poi tornai a casa, a fare ciò di cui avevo bisogno, con la mia famiglia. Posso essere emotivo a casa, ma sono una persona diversa in macchina. È un personaggio che ho costruito negli anni. L’importante è che sia utile ad ottenere prestazioni al 100%».

Poi Leclerc ha parlato di questa stagione. Che era iniziata col botto, prima di qualche guasto al motore e la strategia sbagliata di Monaco, che ne hanno rallentato la corsa. Tuttavia, il futuro è roseo.

«Sarà una lunga stagione, possiamo vincere il campionato. È la motivazione che mi fa alzare la mattina. Arriveranno tempi bellissimi»

Un ottavo titolo per Hamilton.

«Nella macchina giusta potrebbe vincerlo, sì, perché è un grande. Ma se dovessi scegliere tra lui e me… beh, sceglierei me! Scusa Lewis»

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