Il tecnico è furente per il mancato arrivo di rinforzi sul mercato e per l’atteggiamento di Cairo e se la prende con il direttore sportivo

“Cosa devo fare? Andarmene, dare le dimissioni? A questo devo arrivare? La stanza di Juric fuma: letteralmente. Le temperature sono altissime in Austria, dove il Toro è in ritiro e dove Ivan assomiglia sempre più a una pentola a pressione sul punto di esplodere”.
Tuttosport racconta la crisi interna al Torino, con l’allenatore a dir poco furente per il mercato e per l’atteggiamento di Cairo. Il tecnico aspetta rinforzi che non arrivano, bloccati dalla mancata vendita di Bremer. E intanto se la prende con il direttore sportivo Vagnati.
“Tanto è vero che Vagnati attraversa pure momenti sconsolati, di chi non sa quasi più cosa rispondere, quando Juric è davanti a lui, come nei giorni scorsi. Oppure quando gli parla al telefono: e recepisce urla o frasi velenose”.
Tuttosport parla di un “indice altissimo di incazzatura” da parte di Juric.
“Incazzatura davanti al mercato che non c’è e alle croniche mancanze di una società né composita in modo sufficiente né efficiente in tempi rapidi. Volano e sono volate parole grosse, in questa prima parte di ritiro austriaco. Toni pesanti. Sfoghi. Juric non nasconde la rabbia: con soggetti diversi, con toni e atteggiamenti differenti, di persona o al cellulare. Con Vagnati in primis, comunque: è il messaggero di Cairo. Ma il dt sta cercando pure lui di studiarsi dei miracoli, pur di arpionare qualche rinforzo almeno accettabile. Però se Cairo gli ripete di dover aspettare la cessione di Bremer prima di procedere con nuovi rilanci e investimenti, c’è ben poco da inventare”.
Già l’anno scorso Juric aveva chiesto al club un cambio di marcia. Il fatto che ancora non sia accaduto niente, a 12 mesi di distanza, rende tutto più grave.
“Juric non ne può più. Non erano questi i patti, ripete oggi come ripeteva un anno fa. La sua voglia di credere nei vertici del Torino Fc, di avere fiducia, è quotidianamente presa a calci dalla realtà. Indi per cui: cosa devo ancora fare, dimettermi? Sono sfoghi: e dentro agli sfoghi possono trovare spazio anche parole che vanno oltre, propositi dispensati a mo’ di provocazione. Mica si sta per dimettere, Ivan! Però Vagnati e il suo braccio destro Moretti, insieme nel blitz in Austria, sanno benissimo quanto Juric sia incavolato nero. Il problema è calmarlo. Gestirlo. Tranquillizzarlo, trasmettergli fiducia, tentare di lucidargli di nuovo le motivazioni”.