Quelli che “Nadal ha solo il dritto”, “può vincere solo sulle terra rossa”, “non durerà a lungo”
Da sempre il fuoriclasse spagnolo si è dovuto scontrare con il costante scetticismo degli addetti ai lavori. E, come al solito, ha vinto lui, grazie anche a un a forza mentale sovrumana
Parigi (Francia) 05/06/2022 - finale Roland Garros / Nadal-Ruud / foto Imago/Image Sport
nella foto: Rafael Nadal ONLY ITALY
Da quando nel 2003 Rafael Nadal è arrivato nel grande tennis deve convivere con il costante scetticismo di buona parte di addetti ai lavori e appassionati. “Ha solo il dritto”, “A rete non sa giocare”, “Può vincere solo sulla terra rossa”, “Con il tipo di gioco che ha, la sua carriera ad alti livelli sarà breve”: la sfilza delle sentenze negative subite in venti anni di carriera è lunghissima.
Il campione spagnolo ha sempre risposto coi fatti sino a diventare il tennista ad aver vinto più Slam nella storia del tennis ed uno dei campioni più grandi di sempre dello sport a 360 gradi, un traguardo raggiunto -particolare non irrilevante- comportandosi sempre come un esempio di educazione e fair play per i più giovani.
Rafa ha costruito la sua immensa carriera lavorando più degli altri, dedicando la sua vita alla passione che è divenuta il suo lavoro ed eccolo oggi, a 36 anni, realizzare un record incredibile come la vittoria del quattordicesimo Roland Garros (negli ultimi cento anni nessuno aveva mai vinto sulla terra rossa parigina più di sei volte). Un record che ha pochissimi eguali nella storia dello sport: lo Slam parigino è assimilabile a un campionato del mondo sulla terra battuta ed è forse il torneo più difficile del circuito dal punto di vista fisico per la maggiore durata degli scambi.
Questo suo quattordicesimo titolo a Parigi, ottenuto dopo una finale senza storia vinta contro un inerme Ruud, non verrà ricordato per una particolare supremazia tecnica del maiorchino, come accaduto in altre edizioni, ma per un altro degli aspetti che ha reso Rafa un campione dalla fama immortale: la quasi sovrannaturale forza mentale che riesce ad avere in campo per varie ore.
A tal proposito, una scena su tutte, nella sfida in quarti di finale contro Djokovic, alla quale Nadal era arrivato con tante incognite dal punto di vista fisico. Rafa in quel match ha sprecato l’occasione di portarsi due set avanti nonostante avesse un vantaggio di due break nel secondo parziale: qualsiasi altro tennista avrebbe subito il colpo psicologico di aver sprecato contro un rivale pericoloso una cosi grande occasione, ancora più fondamentale nelle sue condizioni precarie. Nadal invece è ripartito più forte di prima direzionando una sfida che sembrava a quel punto segnata negativamente.
La sua leggenda intimorisce gli avversari – che molte volte giocano peggio di come potrebbero contro di lui – ma è un vantaggio che si è guadagnato sudando e vincendo sul campo più degli altri.
In questi giorni è circolata la voce che volesse ritirarsi, ma per fortuna non è così: Nadal sarà ancora grandiosa fonte d’ispirazione per chi crede che il talento non sia solo la dote innata di fare facilmente grandi cose, ma piuttosto la capacità di arrivare a crearne grandissime tramite dedizione e sacrificio.
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