Su La Verità. Il Cavaliere elettrico, a 85 anni ha di nuovo la testa nel pallone, si diverte a giocare, mentre gli altri si intristiscono sui conti
Sulla Verità un ampio articolo sul ritorno di Berlusconi nel calcio a firma di Giorgio Gandola. Mentre gli altri piangono e cercano di far quadrare i conti per il mercato, lui giganteggia a Monza. Si diverte, spende, promette di fare grandi cose.
“Gli altri si intristiscono sui conti, lui si diverte a giocare. Gli altri si aggirano sul pianeta calciomercato con i fazzoletti per piangere, lui giganteggia all’Arengario bomba dopo bomba (di Maurizio Mosca buonanima). Lui, il Cavaliere elettrico, a 85 anni ha di nuovo la testa nel pallone”.
“Secondo i bene informati avrebbe messo lì 100 milioni e detto a Galliani «Usali bene»”.
“Come un elemento di corto circuito, ancora una volta Berlusconi entra in una stanza e ne cambia la temperatura. Rivoluzionario nel profondo, ecco di nuovo il monarca sulla tolda, l’ultimo mecenate che ci ricorda quanto fosse affascinante, divertente e folle il calcio dei presidenti innamorati a cavallo del 2000, quando da giugno ad agosto si sfidavano a colpi di campioni non solo sognati”.
Ecco il paragone con Lotito e De Laurentiis.
“Mentre Claudio Lotito conta anche le monetine, Aurelio De Laurentiis pensa a ricavare gli stipendi di famiglia e altri a non portare i libri in tribunale, a Monza si combatte l’afa con la manna del Cavaliere”.
Il Monza è già lanciatissimo sul mercato, ma Berlusconi non si limita alla scelta dei giocatori.
“Ha curato personalmente il restyling di Monzello, il centro sportivo che dovrà rivaleggiare con Milanello, dove scendeva il sabato mattina con l’inconfondibile elicottero dalla sigla I-Spot per motivare lo squadrone nell’era delle cinque Champions. Tutto deve funzionare alla Berlusconi fino al più piccolo dettaglio: «Recintiamo i campi con cortine di cedri deodara (ovviamente i più pregiati e costosi, ndr), è molto più bello giocarci». Sulle essenze non ha mai derogato; sono rimasti nella memoria collettiva i giardinieri che a Genova, la sera prima del G8 a luglio, cucivano i limoni sulle piante ornamentali dopo uno «shampoo» dell’allora premier che non voleva deludere l’occhio dei potenti del mondo”.