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Inchiesta Osimhen, non c’è stato alcun sequestro di pc e tablet di De Laurentiis (né di altri)

La Guardia di Finanza ha provveduto a digitalizzare le e-mail relative a Osimhen. Tutto è stato immediatamente restituito: un sequestro temporaneo

Inchiesta Osimhen, non c’è stato alcun sequestro di pc e tablet di De Laurentiis (né di altri)
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis è stato indagato dalla procura di Napoli per falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta (che è nata in Francia) sull’acquisto di Osimhen. Tra le notizie che sono emerse ce n’è una che non risponde a verità. Non c’è stato alcun sequestro di computer e tablet del presidente del Napoli. La Guardia di Finanza ha provveduto a digitalizzare le e-mail che avevano in oggetto l’acquisto di Osimhen. Pc e tablet sono stati immediatamente restituiti.

Il sequestro è avvenuto il tempo dell’operazione, finalizzato alla digitalizzazione delle e-mail, come peraltro riportato nel decreto:

il sequestro a fini probatori dei dispositivi elettronici e informatici (telefonini cellulari, tablet, computer, penn-drive, chiavetta usb, hard disk, file, memorie informatiche ecc…) rinvenuti nei luoghi sopra indicati e in uso a De Laurentiis Aurelio (presidente), Giuntoli Cristiano (direttore sportivo), Pompilio Giuseppe (vice direttore sportivo), Vallefuoco Alberto (segretario generale), Chiavelli Andrea (amministratore delegato).

Provvedendo in via immediata alla selezione dei dati informatici da apprendere, inclusi i dati provenienti dal cloud, server e mail, in quanto concretamente utili ai fini dimostrativi dell’illiceità dell’operazione di “acquisto” dalla società francese Losc Lille del calciatore Victor Osimhen da parte della società sportiva Calcio Napoli spa (operazione contabilizzata nel bilancio di esercizio relativo al periodo dal 1/7/2020 al 30/6/2021, in quanto da ritenersi operazione in parte oggettivamente inesistente);

provvedendo all’estrazione immediata dei dati informatici utili e realizzandone copia forense (salvo la sussistenza di specifiche difficoltà tecniche) nel rispetto della procedura ex art. 360 c.p.p. (con avviso, senza ritardo, agli indagati e ai difensori, e rappresentando loro la facoltà di nominare propri consulenti tecnici), evitando, quindi, un’apprensione indiscriminata di dati informatici e adottando misure tecniche adeguate ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l’alterazione;

provvedendo all’esito delle predette operazioni, alla immediata restituzione all’avente diritto dei dispositivi elettronici e informatici caduti in sequestro.

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