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Napoli si candida a Capitale europea dello sport 2026. E non è una barzelletta

La cerimonia d’apertura dell’anno sportivo 2026 potrebbero organizzarla al Collana. Magari tra quattro anni la Regione avrà persino rifatto il tetto della piscina…

Napoli si candida a Capitale europea dello sport 2026. E non è una barzelletta

“Abbiamo avviato la pratica per candidare Napoli a capitale europea dello sport 2026″. E noi vorremmo tanto stampare questa dichiarazione di Sergio Roncelli, presidente del Coni Campania, e spedirla alla redazione del Napolista del 2026. Solo per vedere l’effetto che fa. “Ma quanto eravamo cialtroni nel 2022?”.

Appena ieri il sindaco di Napoli ha commentato l’ennesimo sbuffo della infinita vicenda dello Stadio Collana, che il Tar ha rimesso in mano alla Regione Campania dopo anni di fiera delle assegnazioni. Il finale di questa litania burocratica – “che per due soldi mio padre comprò” – nessuno l’ha scritto ancora. Resta, l’impianto del Vomero, un manifesto esemplare del vuoto pneumatico nel quale galleggia l’impiantistica sportiva (per non parlare di tutto il resto) di questa città.

E d’altra parte è nella stessa dichiarazione d’intenti del comitato promotore che si palesa l’evidente provocazione – perché è una provocazione, vero? – Quando Roncelli dice:

“Siamo sicuri che sfrutteremo il patrimonio delle Universiadi con gli impianti che sono stati messi a posto e di cui cercheremo di garantire la manutenzione”.

Pensa l’entusiasmo di ACES Europe (l’associazione non-profit europea che ogni anno assegna il titolo) quando leggeranno che nella “Capitale europea dello sport” hanno intenzione nientemeno di garantire la manutenzione degli impianti. Quel “cercheremo” è un capolavoro di stenti, ma anche di fiducia, di ottimismo, di umiltà.  Infatti, continua poi Roncelli, “sarà un’altra occasione per Napoli per mostrare al mondo le sue bellezze e le sue capacità organizzative”.

Bellezze e capacità organizzative, nella stessa frase… Percepiamo lo sgomento. Va bene così: sono solo altre ore che vi fatturerà lo psicologo.

Da “bando” la città vincitrice si impegna, per l’anno d’assegnazione, all’organizzazione di almeno 36 eventi sportivi di spiccato rilievo nazionale e internazionale. In quattro anni tutto può succedere, è chiaro. Anche che Londra con le sue centinaia di impianti sportivi collegati da trasporti incredibilmente funzionanti (“eh, ma le nostre stazioni, signora mia, quanto so’ belle!”) sia costretta ad inchinarsi: oh guarda Napoli! Quella sì che è una capitale!

La cerimonia d’apertura dell’anno sportivo 2026 potrebbero organizzarla al Collana. Magari tra quattro anni la Regione avrà persino rifatto il tetto della piscina.

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