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Mara Maionchi: «Con Battiato giocavo a poker, per la Nannini ruppi il vetro della scrivania con un cazzotto»

Intervista a Il Fatto: «Sono sempre stata una donna in grado di difendersi. Anche da certi artisti convinti di essere dei geni»

Mara Maionchi: «Con Battiato giocavo a poker, per la Nannini ruppi il vetro della scrivania con un cazzotto»
Db Milano 09/05/2022 - photocall road show Tv ‘Quelle brave ragazze’ / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Mara Maionchi

Su Il Fatto Quotidiano una lunga intervista di Alessandro Ferrucci a Mara Maionchi. Un passato straordinario nelle case discografiche, ha collaborato con Ornella Vanoni, Mino Reitano, Mogol e Lucio. Ha scoperto Gianna Nannini. Nel 1983, con il marito Alberto Salerno, ha fondato l’etichetta Nisa iniziando un nuovo corso di successo, nel quale ha scoperto Tiziano Ferro. Nel 2008 è diventata giudice a “X Factor” e da lì ha iniziato la carriera televisiva. Dal 19 maggio è in onda su Sky con “Quelle brave ragazze”, con Orietta Berti e Sandra Milo.

«Abbiamo 248 anni in tre: siamo delle vecchie ragazze».

Dice di non sentirsi più all’altezza come scopritrice di talenti musicali.

«Sono un’ignorante, il mio parere è solo quello della strada; anche sulle canzoni oramai sono fuori moda, non sono più dentro l’immediatezza della musica. Se ascolto un pezzo di Madame mi domando come avrei potuto aiutarla a far emergere le sue qualità e mi chiedo anche come l’avrei giudicata; in questo Caterina Caselli è più avanti di me, è più attuale e più giovane. Sono una pippa, il mio tempo è finito».

Parla di sé:

«Sono sempre stata una donna in grado di difendersi. Anche da certi artisti convinti di essere dei geni».

Non nasconde di aver commesso anche errori di valutazione.

«Tristezza cantata dalla Vanoni non mi faceva impazzire; così come La bambola della Pravo; un pezzo, per capirne le potenzialità, lo dovevo ascoltare una ventina di volte».

Tra le sue scoperte, però, c’è Gianna Nannini.

«Una folgorazione. Mi trovai davanti una forza, una potenza unica».

Per la Nannini spaccò un tavolo.

«Per forza, dopo averci lavorato, dopo aver impostato la strategia, mi comunicò di voler proseguire con altri: mi incazzai, diedi una cazzotto sulla scrivania e spaccai il vetro».

La Nannini sostiene che la Maionchi le chiese il rimborso di quel vetro.

«Povera è vero, non aveva veramente una lira, ma non le ho chiesto alcun rimborso; piuttosto è lei chi un giorno si è presentata con il conto della lavanderia. L’ho rimandato indietro; con Gianna siamo rimaste amiche».

Continua:

«La mia fortuna è davvero aver frequentato persone geniali e aver copiato tutto: come ci si comporta, come si vestono gli artisti, come si valutano i brani. Poi magari ti trovavi di fronte personaggi come Renato Zero e il genio ti arrivava chiaro in faccia; o artisti come la PFM o Eugenio Finardi».

Sulla Vanoni:

«L’ho conosciuta per La musica è finita. Lei ancora oggi la trovo gradevole e mantiene il suo atteggiamento erotico, un po’come la Milo. Le vedi e ci credi».

Nel suo passato c’è una breve esperienza politica.

«Una volta sono stata assessore a San Fermo della Battaglia (in provincia di Como), paese di mia madre: ho accettato solo per rispetto a lei. Ho capito quanto è impossibile occuparsi di politica: se l’opposizione lanciava una proposta, anche se sensata andava bocciata a prescindere. Dopo quattro anni ho detto basta e ho lasciato la politica».

Parla di Battiato, che definisce il miglior cantante italiano.

«Con Franco ridevo alle lacrime, era un tipo fortissimo e spesso giocavamo a poker. Non giravano soldoni, non eravamo come Celentano: era per ridere».

Lei chi è?

«Una che ha avuto un gran culo».

Magari anche chi l’ha conosciuta.

«Qualcuno sì, ma non sempre quel qualcuno lo ha capito».

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