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L’affare Mbappé è il calcio della Superlega. E i nuovi ricchi sfidano le signorie

Ceferin non brindasse, la Superlega ne esce rafforzata. È una vittoria di Raiola e della mamme francesi. Viene da vergognarsi pensando alle cifre del Napoli

L’affare Mbappé è il calcio della Superlega. E i nuovi ricchi sfidano le signorie
2021 archivio Image Sport / Calcio / Paris Saint Germain /Kylian Mbappe' / foto Panoramic/Image Sport

È il calcio dell’iperuranio. La trattativa Mbappé-Real Madrid, durata oltre un anno, e saltata in dirittura d’arrivo, segna l’ennesimo spartiacque nel mondo del calcio. E stavolta il povero Mino Raiola starà osservando tutto dall’alto, in questa occasione nessuno potrà prendersela con lui. Ma sempre merito suo è. È stato lui il primo a intuire che la forza dei calciatori sarebbe stata nel liberarsi dei contratti con le società. “Quelle cifre devono andare ai calciatori, sono loro che garantiscono lo spettacolo”, è sempre stato questo il pensiero di Raiola. Bisogna arrivare a scadenza di contratto in modo da poter ottenere condizioni decisamente più vantaggiose visto che non c’è nulla da pagare per il cartellino. I veri affari i calciatori li concludono a parametro zero. E così è stato.

Evitiamo qui moralismi sulle cifre, non lo abbiamo mai fatto. Non abbiamo mai realmente creduto al fair play finanziario. Così come ci è sempre parsa una panzana la visione di Ceferin tra Superlega e calcio del popolo. Il calcio del popolo non esiste più da quel dì. E paradossalmente l’avallo a questa operazione è un punto in favore della Superlega, Ceferin se ne accorgerà presto. A proposito di popolo, su Twitter spopola l’hashtag #Ceferinout. Ma è roba da like, non ha nulla a che fare col potere.

Mbappé e i suoi familiari hanno tirato sul prezzo come se fosse la trama di un film. Le madri francesi (anche quella di Rabiot, ad esempio) sono tremende, le pari grado italiane sono state superate anche in questo, ferme al bamboccismo. I familiari, dicevamo, hanno cavato da Psg e Real Madrid condizioni che nessun altro calciatore sarebbe riuscito a strappare. E alla fine Kylian ha preferito rimanere dov’è, finanziato dai qatarini. Cifre monstre: 300 milioni di bonus alla firma, più 100 milioni all’anno di stipendio netti. In tutto fanno 600 milioni netti in tre anni. Duecento netti all’anno. Circa sedici milioni di euro netti al mese per tre anni. E nel 2025 Mbappé avrà 26 anni.

È una trattativa che supera qualsiasi altra. Per le cifre che girano. Per la modalità con cui è stata condotta. Per i club coinvolti. È stata anche una sfida politica, sempre la stessa. Il fronte Superlega contro il fronte Uefa.

È per certi versi non diciamo la fine ma comunque un duro colpo al fascino della storia, del blasone, della signoria del calcio. Abbiamo sempre immaginato che si giochi o si alleni per vestire un giorno la maglia del Real Madrid, del Manchester United, del Barcellona, del Bayern. E invece per Mbappé non è stato così. I nuovi mondi – Psg e Manchester City su tutti – stasera possono festeggiare. Non a caso i due attaccanti più ambiti – Mbappé e Haaland – giocheranno in queste due squadre. Non è la prima volta che il Psg riesce a strappare mostri sacri alla concorrenza. C’era riuscito con Neymar e poi con Messi e Sergio Ramos a fine carriera. Stavolta, però, ha un significato diverso. Perché Mbappé è l’astro nascente del calcio. Ha vinto un Mondiale, ha tenuto da solo in vita il Psg in Champions prima che la squadra parigina fosse inghiottita da Benzema e dal Bernabeu. E perché è stato strappato alla concorrenza al termine di una trattativa che sembrava finita già un anno fa. Finora il calcio dei nuovi ricchi non ha mai vinto una Champions, al massimo è arrivato due volte in finale (una col Psg e una col City).

È anche la conferma che la Superlega esiste già. Quasi ci vergogniamo della pampuglie di casa nostra, tra i rinnovi di Mertens e la questione Koulibaly. È il calcio a bassa velocità. La separazione, esiste ed è evidente, da un bel pezzo pure. Senza alcun possibilità di rientrare. Bisognerà vedere, ora, quanto i club storici come Madrid, Barça, Bayern, United e anche Liverpool riusciranno a fronteggiare la sfida dei petroldollari. È un calcio a due, a tre velocità. In campo e fuori. Rassegniamoci.

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