Il Guardian: «E se al posto di Brittney Griner in quel carcere russo ci fosse LeBron James?»

"Immaginate una donna nera e gay di due metri, tatuata, con i dreadlocks, in una prigione russa... Pochi odiano i valori che incarna più di Putin"

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“Immaginate che invece di una donna nera di due metri, tatuata, con i dreadlocks, in una prigione russa ci fosse una bella bionda con un marito a casa. E se al suo posto ci fosse LeBron James o Steph Curry? O Tom Brady? La gente sarebbe impazzita”. E invece in un carcere russo da più di tre mesi c’è Brittney Griner, che è il corrispettivo femminile delle succitate superstar. Con un peso ulteriore: Griner, due volte medaglia d’oro olimpica, una che ha vinto i campionati NCAA, WNBA e l’Eurolega, è una rock star del basket femminile. “Ostenta il suo anticonformismo di genere, è una donna nera e omosessuale al suo secondo matrimonio e un’orgogliosa attivista LGBTQ+. Pochi odiano i valori che incarna più di Vladimir Putin“, scrive il Guardian.

Mosca sostiene di averla beccata con olio di hashish all’aeroporto di Sheremetyevo, un crimine punibile con 10 anni di carcere. E’ un clamoroso caso diplomatico. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti l’ha riclassificata ufficialmente come “detenuta ingiustamente”.

In pratica Griner è un ostaggio politico. E lo anche perché, sottolinea il Guardian, il sistema economico del basket femminile negli Stati Uniti funziona al contrario di quello maschile. Le migliori giocatrici della WNBA ogni anno, nella pausa del campionato, “svernano” all’estero, per arrotondare in paesi come Cina, Russia, Turchia e Francia. Griner giocava all’UMMC Ekaterinburg dal 2015 ed era pagata più di 1 milione di dollari l’anno, rispetto ai circa 228.000 dollari di Phoenix.

“Griner – scrive ancora il Guardian – è di fatto un ostaggio politico in un paese violento e omofobo gestito da un sociopatico che una volta definì l’insegnamento della fluidità di genere un crimine contro l’umanità. Quando il silenzio cooperativo diventa una negligenza complice? La risposta è ‘adesso’. L’annuncio del Dipartimento di Stato non lascia dubbi”.

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