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Gazzetta: il silenzio dei vertici arbitrali è anacronistico, è l’unico mondo rimasto chiuso e intoccabile 

Trentalange aveva annunciato grandi novità, tra cui il canale tematico arbitrale per i chiarimenti: tutto fermo. Gli arbitri inadeguati vanno esclusi

Gazzetta: il silenzio dei vertici arbitrali è anacronistico, è l’unico mondo rimasto chiuso e intoccabile 

Sulla Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro commenta la situazione arbitrale in Italia, dopo i tanti errori in stagione, alcuni dei quali incomprensibili. A stonare è soprattutto il silenzio dei vertici Aia.

“Il silenzio dei vertici arbitrali dopo certe decisioni sballate risulta anacronistico, controproducente e fastidioso. Nell’era dei social e in una società sempre più aperta, il mondo arbitrale è l’unico rimasto chiuso, inaccessibile, intoccabile e privo di comunicazione verso l’esterno. Anche chi in certi ruoli apicali vorrebbe parlare o spiegare viene invitato al silenzio e così a parte le voci di corridoio e i riportini, l’unica maniera per capire come vengono giudicati errori da «mani nei capelli» è aspettare di vedere per quante giornate arbitri e varisti verranno fermati”.

“Si favoleggiava di un canale tematico arbitrale e di chiarimenti a fine partita: tutto fermo. Davanti ad errori e strafalcioni nessuno è mai uscito allo scoperto, fatto chiarezza o aperto l’ombrello. L’ex presidente Nicchi, fumantino, lo faceva spesso. Trentalange, che ha un carattere opposto, non si è mai sentito. Di certo tante novità annunciate nel suo nuovo corso sono rimaste nel cassetto”.

Alcuni degli errori di arbitri e Var sono stati incomprensibili: Spezia-Lazio, Venezia-Bologna, Fiorentina-Roma.

“Gli ultimi due gravi perché sono state disattese le indicazioni del designatore di evitare i cosiddetti rigorini. Quindi: o il designatore non viene ascoltato nonostante punizioni esemplari date a chi sbaglia (quanti turni di stop…) o qualcuno non si adegua oppure non è proponibile a certi livelli e allora non va fermato, va escluso”.

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