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Camavinga: «So che giocare al Real a 20 anni non è da tutti ma preferisco viverla con distacco»

A France Football. «Non direi che non mi interessa, ma quasi. Se riesci a trasformare la pressione in adrenalina puoi giocare ovunque e non hai più paura»

Camavinga: «So che giocare al Real a 20 anni non è da tutti ma preferisco viverla con distacco»
Db Madrid 07/12/2021 - Champions League / Real Madrid-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Eduardo Camavinga

Eduardo Camavinga ha raccontato il suo rapido adattamento al Real Madrid: «Tutti mi hanno fatto sentire a mio agio», ha dichiarato a France Football. È il calciatore più giovane della rosa a disposizione di Ancelotti. Su L’Equipe si legge di un ragazzo intelligente. Dice che la sera in cui il Real ha vinto la Supercoppa di Spagna ha capito davvero la grandezza del club in cui era approdato. S’aspettava che dopo aver alzato la coppa in campo, la festa sarebbe continuata negli spogliatoi. Non è così.

«Mi sono reso conto delle differenze col Rennes. All’epoca, quando vincevamo una partita, facevamo qualsiasi cosa. (Ride.) Qui, è solo dopo le grandissime vittorie che ci si può lasciare andare a certe emozioni»

In Arabia Saudita aveva giocato solo dieci minuti. Casemiro-Kroos-Modric davanti, l’impressione di una scelta prematura. Eppure Ancelotti desiderava ardentemente l’ex numero 10 del Rennes. Sei mesi dopo l’ha messo al centro del progetto. Ora ha fiducia, e «porta alla squadra l’energia di cui ha bisogno».

«Si comportano molto bene con i giovani a Valdebebas. Calciatori come Modric, Kroos, Casemiro hanno una tale fiducia in se stessi che non si sentono mai veramente minacciati dall’arrivo di un ragazzo. Per me è un’opportunità imparare da loro. Luka ha un istinto e una visione di gioco incredibile: non è un Pallone d’Oro per caso. Fa delle giocate incredibili con l’esterno, se le provassi perderei una caviglia! Prendo ispirazione dal modo in cui si muove. Casemiro mi ha trasferito tranquillità, mi dice di stare calmo. Toni è strepitoso nei passaggi. E poi, Ancelotti eccelle nella gestione…»

All’alba dei suoi vent’anni sta facendo la differenza in Europa.

«So che giocare nel Real Madrid a questa età non è da tutti. Ma io preferisco vivere le cose con un po’ di distacco. Non direi che non mi interessa, ma quasi. Non voglio esercitare troppa pressione su me stesso… Prima, quando avevo dodici o tredici anni, la subivo tantissimo, la pressione. Dal momento in cui inizi a capire cosa puoi e devi fare in campo, la pressione si trasforma in qualcos’altro, che non so descrivere a parole. La pressione si trasforma in adrenalina. Non ho mai più avuto un nodo allo stomaco o paura di sbagliare. Assunta questa consapevolezza puoi giocare ovunque: al Real, altrove. Sei sempre concentrato. Certo, otto mesi al Real ti trasformano. Me ne rendo conto quando mi vedo a torso nudo nei video. È il club più grande del mondo, eh!»

Camavinga si sente trasformato dal lavoro.

«…ma è come tutti i lavori, in fondo: se sei in un grande ambiente e per di più lì ti senti a casa, ti adatti velocemente. Puoi avere un impatto importantissimo nelle partite senza essere “decisivo” nell’unico modo in cui si sente oggi. Puoi essere decisivo in difesa, per esempio. E le statistiche possono dimostrarlo meno. Segnare per me non è un assillo, preferisco non forzare le cose. Devo imparare a giocare meglio tra le linee, lo so. Devo, allenarmi, lavorare sodo. Non è necessariamente il mio ruolo, ma posso incidere. Preferisco giocare da 6, forse. Ma se mi schierano da 8 segno. Quando gioco a Fifa non difendo e ho statistiche impressionanti. Nella vita reale però bisogna sapere fare tutto. Vorrei che nella versione “finale” di me stesso fossero combinati gli aspetti difensivi e quelli offensivi»

 

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