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La Capitale double-face: 100mila romanisti in coda per il Leicester, i laziali disertano lo stadio

Mourinho ha trasformato la Conference in una fonte inesauribile di adrenalina. La Lazio non scalda gli animi, l’ha detto pure Piperno al Messaggero

La Capitale double-face: 100mila romanisti in coda per il Leicester, i laziali disertano lo stadio
Db Reggio Emilia 13/02/2022 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Roma

Stati d’animo opposti nella Capitale per quanto riguarda il tifo calcistico. Umori agli antipodi, eppure a dividere la Roma di Mourinho dalla Lazio di Sarri ci sono solo due punti in campionato. A fare la differenza probabilmente è tutto il resto.

I giallorossi dopo il pareggio di Napoli ricevono l’Inter ma l’entusiasmo è alle stelle per la Conference League, la terza competizione europea. Un torneo che in molti (non solo tra gli allenatori, pure tra i tifosi) avrebbero considerato come un semplice intralcio, più un problema che una possibilità. Mourinho l’ha trasformato in una fonte inesauribile di eccitazione e foga. Per qualcuno è un semplice dispendio di energie, ma i giallorossi (che avevano giocato giovedì) nel secondo tempo del Maradona correvano tre volte più del Napoli. L’abbiamo scritto più volte che non si è Mourinho per caso. I fatti però ci costringono a scriverlo un’altra volta, visto che si registra un’attesa di oltre 100.000 tifosi in coda per procurarsi un biglietto per la semifinale di Conference contro il Leicester. Centomila, scriviamolo pure a lettere. Per la Conference League.

Dall’altro lato del Tevere l’atmosfera è completamente diversa. I tifosi della Lazio sono in polemica con la società per il caro biglietti. C’è il rischio concreto che la sfida al Milan possa giocarsi in uno Stadio Olimpico semi deserto. Per i rossoneri sarebbe un vantaggio non certo da poco. Piperno, stamattina, intervistato dal Messaggero, ha dichiarato che la Lazio è diventata fatica e malinconia, una squadra di bravi ragazzi a cui si fatica a volere bene. Con pochi margini di miglioramento. Un team che sarà pure buono ma che non promette niente. È una riflessione profonda. «Sarri non è una garanzia», dice Piperno. Nonostante sia l’allenatore più blasonato portato dal presidente Lotito. Che ha già chiarito che della polemica della curva se ne infischia: «il danno lo fate alla Lazio – ha dichiarato – non certo a me».

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