“Dopo venti minuti di nulla, decise di fare una passeggiata per il campo. Simeone ha costruito la sua facendo in modo che non succeda niente”

Anche il New York Times prende sottilmente (neanche tanto) per il culo Diego Simeone per il non gioco espresso dall’Atletico Madrid sul campo del Manchester City.
L’attacco del pezzo è un omaggio letterario alla solitudine di Ederson il portiere della squadra di Guardiola che ha trascorso una serata senza dover compiere nemmeno una parata.
Dopo un po’, sentendosi annoiato, freddo e bagnato (pioveva a Manchester, ndr), Ederson decise di fare una passeggiata. Il portiere del Manchester City aveva trascorso venti minuti diligentemente a guardia della sua area di rigore. Aveva controllato tutti e quattro gli angoli per assicurarsi che non ci fosse pericolo. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Aveva stretto gli occhi per scorgere un’eventuale minaccia all’orizzonte. Neanche lì niente. E allora, cominciò pigramente ad avanzare. Era completamente solo. Non c’era nessun altro nella sua metà campo. I difensori centrali del Manchester City erano tutti nel territorio dell’Atlético Madrid, nelle posizioni più abitualmente occupate dai centrocampisti.
Il quotidiano scrive:
“Guardiola ha costruito la sua leggenda nel far succedere le cose. Simeone ha costruito la sua facendo in modo che non succeda niente”.
“Le migliori prestazioni difensive includono necessariamente momenti di minaccia – scrive il New York Times – È in quei momenti, durante quelle rare incursioni nel campo avversario, che una difesa oberata di lavoro ha il tempo di riprendersi, di riorganizzarsi. Ed è in quei momenti che si semina il dubbio nella mente degli avversari, quando anche una squadra bella come il Manchester City inizia a ripensarci, quando inizia a chiedersi se non dovrebbe impegnare così tanti giocatori ad attaccare. Le migliori squadre dell’Atlético di Simeone lo facevano: il ritmo di Antoine Griezmann, l’astuzia di un David Villa autunnale, la bellicosità taurina di Diego Costa. Questo Atlético no”.
“Questo, in definitiva, è il difetto del piano di Simeone, il problema di trovare appagamento nel nulla. La difesa non ha resistito, non del tutto, e ora l’Atlético deve vincere a Madrid la prossima settimana, e per farlo deve aprire gli spazi, non chiuderli. Deve creare, piuttosto che distruggere”.