«A Napoli un tassista sequestrò Borg che voleva pagare con la carta di credito, Bertolucci lo salvò»

La Stampa intervista Procacci regista della docu-serie sull'Italia della Davis. «Il tennis ha privato l'Italia di una grande coppia comica: Panatta e Bertolucci»

Bertolucci Sinner

Db Milano 23/11/2011 - Champions League / Milan-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Bertolucci

La Coppa Davis celebrata con quasi cinquant’anni di ritardo. Vinta nel 1976, se ne parla di più adesso che all’epoca. Fu una finale contestata perché l’Italia andò a giocarla nel Cile di Pinochet. Domenico Procacci ha realizzato una docu-serie in cinque puntate che andrà su Sky, di cui c’è una versione cinematografica nelle sale dal 2 al 4 maggio, e anche un libro. La Stampa lo intervista. Lui paragona i cinque protagonisti a cinque attori:

«Adriano è Gassman. Bertolucci, Tognazzi. Zugarelli chiaramente Manfredi. Barazzutti lo vedo come lo Stefano Satta-Flores di “C’eravamo tanto amati” di Scola».

E Pietrangeli?

«Adolfo Celi. Anche per la somiglianza fisica. Panatta e Bertolucci poi sono stati campioni nello sport, ma resto convinto che l’Italia abbia perso una grande coppia comica. Totò e Peppino? Anche un po’ Sandra Mondaini e Raimondo Vianello».

Cinque puntate sono state sufficienti?

«Avrei voluto intervistare Borg, Nastase…Ci sono episodi rimasti fuori come quello di Bertolucci che a Napoli “salva” Borg, letteralmente sequestrato dal tassista perché non ha contanti e pretende di pagare con la carta di credito… Per quello c’è il libro. All’inizio mi sembrava inutile, invece raccoglie le interviste una per una e regala cinque differenti punti di vista».

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