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Napoli-Milan 0-1, pagelle / Quando il gioco si fa duro, il Napoli non si presenta. Da sempre

La tristezza di Insigne a fine partita è la fotografia del lungo ciclo del Napule di Dela. Ospina il migliore, Koulibaly appannato, Orsato insopportabilmente presuntuoso

Napoli-Milan 0-1, pagelle / Quando il gioco si fa duro, il Napoli non si presenta. Da sempre
Db Napoli 06/03/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly

Le pagelle di Napoli-Milan 0-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

OSPINA. Felineggia da par suo. E questa, Ilaria, è una delle poche cose da salvare in questa nefasta serata, l’ennesima – 6

Gli darei addirittura un voto in più. Uno dei pochi presenti a se stesso: sempre pronto e attento, con personalità. Incolpevole sul gol del vecchio Giroud – 7

DI LORENZO. Nei primi venti minuti, il Napule ha una velocità forsennata e l’Euroappuntato è una vera freccia azzurra. Epperò l’ultimo passaggio, quello decisivo, è sovente errato. Lì dietro, poi, gli tocca pugnare con il formidabile Leao, con alterne fortune – 6

L’ultimo passaggio non è quasi mai quello giusto, sbaglia tanto anche in fase di appoggio, ma la maggior parte della azioni offensive del primo tempo partono da lui – 6

RRAHMANI. In una partita da dimenticare, spallettianamente disquisendo, quanti si ricorderanno che la prima delle poche occasioni del Napule l’ha avuta Amir, con quel tiro al volo al 2’? Tutto sommato la difesa tiene, nonostante i due gialli dei centrali: stasera, tolti appunto i primi venti minuti, la modestia azzurra è dalla cintola in su – 6

Sbaglia qualcosa anche lui ma fa anche delle cose buone, il giallo si poteva evitare – 6

KOULIBALY. La solitudine del vecchietto Giroud è questione di destino, più che colpa del Comandante. O no? – 6

Sul gol è lui a tenere in gioco Giroud, sul quale commette pure un fallo eccessivo. Spesso in ritardo, rischia anche su Bennacer. Appannato e nervoso – 5,5

MARIO RUI. A sinistra il Napule non esiste. Spiegazione semplice, ahinoi – 5

La grinta, senza lucidità, non può che essere un’arma a sfavore. Nel secondo tempo, se possibile, peggiora. Con Insigne si capisce poco. A volte gli strapperei i baffi, per fargli provare il dolore che proviamo noi a vederlo giocare (così) – 5

FABIAN RUIZ. Stasera a pesare non sono gli errori, ché sbaglia un solo passaggio se ho segnato bene sul taccuino. Piuttosto i sogni vanno costruiti secondo dopo secondo e lui edifica poco o nulla, tranne un lancio per The Mask. Come canta Fossati, la costruzione di un amore mescola il sangue col sudore e Fabian resta anemico e asciutto – 5,5

Quello splendido lancio per Osimhen (per me era chiaramente rigore) è stata forse l’unica cosa buona della sua partita. Lento, macchinoso, sbaglia tutto, non una volta sola. Cito solo alcuni degli errori che ho annotato: al 43’ il Napoli si lancia in una splendida azione ad un tocco, dove addirittura Osimhen sciorina un velo e lui sbaglia regalando palla al Milan; al 60’, poi, pensa bene di innescare il contropiede di Leao. Dal gol contro la Lazio alla nullità – 4

MERTENS dal 75’. Una sola palla promettente ma Ciro l’Anziano si butta nello slalom e spreca tutto – 5

La sua partita la racchiudo in un solo momento: all’82’ scarica indietro. Perché? – 4,5

LOBOTKA. Giusto un’anticchia più di Fabian, certo, se non altro perché gli tocca di dare ordine all’uscita dal basso. Ma una volta salito, lì in mezzo, scende la nebbia, quella che c’è ma non si vede, e Lobo e l’Ispanico fanno la fine di Totò e Peppino in piazza Duomo a Milano: “Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?” – 5,5

Nel primo tempo la palla gira bene soprattutto grazie a lui che la muove in modo intelligente, poi, sul più bello, pare andare anche lui in cortocircuito – 5,5

LOZANO dall’81’. Quante cose da dimenticare stasera, compreso un suo tiraccio – senza voto

Torni dopo un tempo così lungo, come minimo devi avere il sangue agli occhi. Lui lo ha fatto venire a noi – sv

POLITANO. Smoking in your eyes. Fumo, tanto fumo – 4

Bisognerebbe farlo allenare tenendogli un palo legato alla schiena in modo da mantenergli alta la testa. Insopportabile quella corsa a testa bassa, che inevitabilmente vanifica i suoi pur buoni propositi. In difesa aiuta tanto, l’unica cosa che salvo – 4,5

OUNAS dal 67’. Una scena incredibile: al 76’ Victor e Theo si mettono a litigare in mezzo all’area rossonera e Unàs tomo tomo cacchio cacchio la stava mettendo dentro con un tiro a giro. Nel poco tempo che gli viene dato si rivela il più pericoloso là davanti – 6,5

L’ingresso in campo è stato tardivo. È quello che forse più di tutti è andato vicino al gol (tra l’altro fottendosene della follia di Osimhen) – 6,5 

ZIELINSKI. Dopo Insigne e Fabian a Roma, Piotr poteva essere lui il jolly spaccatutto stasera. Non lo è stato – 5

Poca intesa con Zielinski, non trova mai spazi, un fantasma – 4,5

ANGUISSA dall’81. Entra e si rivela insolitamente impacciato – 5

Senza voto

INSIGNE. La sua tristezza a fine partita è la fotografia del lungo ciclo del Napule di Dela: una squadra sovente forte che si spegne nel momento topico dell’amplesso desiderato con tutto il cuore. In fondo, di questi appuntamenti, il Capitano ne ha bucati parecchi. E stasera non è mai sceso in campo – 4

Sbaglia praticamente tutto. È imbarazzante sia la prestazione sia il mea culpa nel post partita. Andava buttato fuori già dopo una ventina di minuti e questa è una colpa di Spalletti – 2

ELMAS dal 67’. Tanta agitazione confusa – 5,5

Se non altro regala un po’ di vivacità, ma nulla di più – 5

OSIMHEN. La sua generosità e la voglia di fare e strafare non si discutono, ma il tiro della sua unica vera occasione è banalmente centrale. E perde nettamente, seppure giocato in due ruoli diversi, il duello a distanza con il gemello Leao – 5,5

Ci mette la grinta che i suoi compagni si dimenticano di possedere, Orsato gli nega un rigore, ma Tomori lo sovrasta in praticamente tutte le occasioni. E poi, Fabrizio, grinta sì, ma non ti puoi mettere a litigare in area mentre la tua squadra sta cercando di risolvere la partita con un gol – 5

SPALLETTI. Intendiamoci, nulla è perso ancora in questo campionato scarso e livellato verso il basso. Tre squadre in tre punti e dieci partite da giocare (ma occhio alla Juve arrivata a meno quattro). Detto questo, vale il discorso fatto per Insigne. Tre partite per nulla immortali, sempre spallettianamente parlando: Inter, Barcelona e Milan, tutte in casa. Tenendo conto che la svolta di Roma è arrivata a sorpresa, siamo alle solite: la gestione delle aspettative e della tensione. Una questione ormai ancestrale nell’era De Laurentiis e che ha riguardato Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti. Qualcosa che forse va oltre le motivazioni date dall’allenatore. Poi c’è la partita, ovviamente, e stavolta il Milan alla lunga neutralizza il palleggio del Napule. E i cambi non danno la scossa – 5

Avrei qualcosa da ridire sui cambi, se non altro su quello di Insigne, che andava sostituito almeno al 20esimo, se non al decimo. Tarda, tarda troppo. Il Napoli sarà stato pure più motivato del Milan, ma non si è visto – 4

ARBITRO ORSATO. Anche lui è diventato inglese, non senza proteste e dubbi – 5

C’era un rigore grande come una casa. Insopportabilmente presuntuoso – 4,5

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