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Serra, l’arbitro di Milan-Spezia: «Rebic è partito con l’idea di strangolarmi, poi ha capito»

A Sky. «Dopo il fischio ho sperato che Messias non la buttasse dentro. Negli spogliatoi i calciatori del Milan hanno provato a tirarmi su. Non vedo l’ora di tornare in campo»

Serra, l’arbitro di Milan-Spezia: «Rebic è partito con l’idea di strangolarmi, poi ha capito»
Mg Milano 17/01/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Spezia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Marco Serra-Ante Rebic-Rade Krunic-Olivier Giroud

L’arbitro Marco Serra, dopo diverse settimane, è tornato sugli episodi di Milan-Spezia. Il fischietto torinese si rese responsabile di un’interpretazione scorretta del regolamento: non concesse la regola del vantaggio e fischiò un fallo ai danni di Rebic a causa di un intervento di Bastoni. La palla però era già arrivata a Messias che l’aveva tradotta in rete. L’arbitro aveva già interrotto il gioco, il gol non poteva essere convalidato.

L’intervista è stata concessa a Sky.

Nella mia testa c’è probabilmente un errore di priorità: io mi concentro su Rebic e Bastoni che sta arrivando da dietro. Penso: se lo tocca è fallo. Sta tirando in porta, non può prendergli la porta senza fare fallo. Concentrandomi su quello mi perdo lo scenario completo, non vedo Messias che sta per calciare in porta. Sensazioni? Dopo il fischio ho sperato che non la buttasse dentro, questo sì. È un errore di valutazione. In questo caso il Var non può far nulla. In questo senso credo che sia l’errore peggiore che un arbitro può commettere oggi.

Sulla reazione a caldo dei calciatori del Milan

Credo che Rebic sia partito con l’idea di strangolarmi e che poi abbia capito, da uomo di campo, che anche lui nella carriera ha sbagliato un gol a porta vuota. È quello che è capitato a me. Credo che tutti, dal più giovane al più vecchio, avrebbero avuto la stessa reazione.

Per i rossoneri, poi, la beffa. Due legni e lo Spezia che traduce in gol un contropiede all’ultimo secondo, espugnando San Siro.

Mi ricordo di aver detto in auricolare: “non ci credo” quando il giocatore dello Spezia ha calciato in porta.

Cosa è successo negli spogliatoi.

Nello spogliatoio è passato qualche giocatore del Milan, affranto quanto lo ero io. Passa Florenzi e addirittura mi abbraccia, poi passa Calabria, da capitano. Poi Theo e Diaz, anche loro a darmi una parola di conforto. Il succo era quello: mi invitavano a tirarmi su perché si sbaglia tutti. Ibrahimovic? La sostanza del suo intervento fu “ora dimostra di essere forte, reagisci”. Mi ha fatto molto piacere e credo di averlo realizzato il giorno dopo il gesto che avevano fatto.

Sui giorni successivi.

Un’oretta sul divano ho dormito, non di più. Un sorriso me l’hanno strappato: meglio avere tutte le sfighe in una partita che una sfiga a partita. Io ne ho raccolte parecchie, spero bastino.

Le reazioni dei vertici arbitrali.

Rocchi mi ha detto che questa è la Serie A e che qui non si abbandona nessuno. Che tornerò ad arbitrare nella massima serenità. È il mio obiettivo a breve termine. Trentalange voleva sapere come stavo e come erano andate le cose. Mi ha invitato a prendermi qualche giorno e poi ripartire.

La cosa più fastidiosa e la cosa che ha fatto più piacere a Serra in questa vicenda.

Non so bene come rispondere a questa domanda. Dico solo che non vedo l’ora di tornare in campo.

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