Ziliani riporta la delibera. Tim chiede a Dazn uno sconto di 90 milioni l’anno per i 3 anni dell’accordo e minaccia di passare con Sky. Se crollano i diritti tv, crolla il calcio
Il Fatto quotidiano, con Paolo Ziliani, lancia la bomba sul mondo del calcio. E lo fa a proposito dei dati di ascolto tv.
Anche se nessuno lo dice sono precipitati alla metà rispetto a quelli dell’anno scorso.
Ziliani ricorda l’istruttoria di mesi dell’Agcom e riporta stralci della delibera del 20 gennaio 2022.
L’Agcom, scrive il Fatto, mette nero su bianco
che i dati d’ascolto resi noti fino ad oggi, e forniti a Dazn da Nielsen, istituto non certificato, non sono veritieri. I dati cui occorre fare riferimento sono quelli di Auditel.
Come si legge nella delibera,
“la variazione percentuale complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% per il girone di andata”.
Prosegue Ziliani:
Ciò significa che quando Dazn parla di 1 milione di ascolti, il dato reale è 500 mila.
Sempre Agcom scrive che addirittura nelle ultime 4 giornate del girone d’andata lo scostamento tra i dati forniti da Dazn/nielsen (fasulli) e quelli di Auditel (autentici) ha toccato il 60%.
Ziliani ricorda che
Come forse non tutti sanno i diritti-tv, che sono la principale fonte di sostentamento del calcio italiano, sono già stati venduti in calo (930 milioni: 840 da Dazn e Tim, 90 da Sky) rispetto a quelli del triennio 2018-21 (973,3 milioni: 780 da Sky, 193,3 da Dazn).
Ziliani scrive che non solo c’è la rivolta degli investitori pubblicitari. Ma che visto il crollo degli ascolti, i diritti tv – nell’asta 2024 – non potranno più a essere rivenduti a queste cifre. E parliamo della principale fonte di sostentamento del calcio italiano.
Se è vero che la stessa Tim sta già rinegoziando al ribasso l’intesa con Dazn (chiede uno sconto di 90 milioni l’anno per i 3 anni dell’accordo) e minaccia di passare armi e bagagli con Sky, pensare di rivendere i diritti alle già esigue cifre attuali è a dir poco folle. Siamo sul baratro.