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Calabria: «La testa è più importante di qualsiasi preparazione atletica, fisica e tattica»

A Rivista Undici: «Dal punto di vista tattico giocare a porte chiuse è positivo: riesci a parlare con i compagni e il mister e a correggere cose in corsa» 

Calabria: «La testa è più importante di qualsiasi preparazione atletica, fisica e tattica»
Mg Milano 07/11/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Davide Calabria

Il difensore del Milan, Davide Calabria, ha rilasciato una lunga intervista alla rivista Undici. Racconta che il Milan, per uno come lui, che ha sempre tifato rossonero, è «uno dei sogni più grandi che ho realizzato». Parla anche della differenza che c’è tra il giocare in uno stadio pieno e il giocare a porte chiuse, come durante la pandemia.

«All’inizio giocare in stadi vuoti è stato molto brutto. È stato complicato, la prima l’abbiamo persa contro il Genoa. Non riuscivi ad avere la stessa adrenalina, la stessa concentrazione, ti viene da viverla quasi come un’amichevole. Capendo poi la situazione mondiale, della vita vera, lo stadio vuoto lo percepisci poi come una conseguenza giusta per uscire da una situazione critica che riguarda la vita stessa. Quindi poi l’abbiamo accettata e l’abbiamo capita bene, perché da lì in poi abbiamo fatto cose bellissime. Da una squadra in fase di sviluppo ad arrivare dove siamo arrivati l’anno scorso è sicuramente un bell’inizio. Non esisteva quella cosa di giocare meglio senza tifosi. Chi dice una cosa del genere non è mai stato su un campo di calcio».

Poi i tifosi sono tornati allo stadio:

«Anche lì è stato strano all’inizio. Ci eravamo abituati a sentire il mister dalla parte opposta del campo, e adesso non riesci a parlargli nemmeno a dieci metri. Sicuramente da un punto di vista dello spettacolo giocare in uno stadio vuoto è più brutto, non c’è dubbio, ma da un punto di vista prettamente tattico invece era positivo perché riuscivi a parlarti, a correggere cose in corsa, in un momento di difficoltà, che adesso con i tifosi fai fatica perché non riesci a parlarti».

Sul Milan di Pioli e su come si trova in squadra:

“Io mi trovo molto bene. All’inizio ho fatto un po’ di fatica, arrivavamo da un’altra tipologia di calcio. Credo che il mister abbia preso diversi spunti da diverse squadre e li abbia uniti in un mix che è giusto per noi, e tanti di noi, anzi direi tutti, siamo riusciti a rivederci in questi concetti, perché poi in campo ci viene tutto facile e veloce. C’è più chimica tra di noi e siamo molto compatti in questo modo di giocare“.

Sull’importanza della concentrazione mentale:

“In questi ultimi due anni ho capito che la testa è più importante di qualsiasi preparazione atletica o fisica e tattica. Perché se rientro da un infortunio che fisicamente non sono ancora al cento per cento ma di testa sono libero e sono sicuro dei miei mezzi, sono sicuro che farò una grande partita. Se sto bene al cento per cento fisicamente, ma mentalmente ho delle insicurezze, magari dovute anche a problemi esterni, che è una cosa che spesso si sottovaluta, purtroppo tu entri in campo che devi cercare di mettere da parte quelle cose e qualcuno può fare più fatica. Perché sarai concentrato su altre situazioni e non sul campo. È un gioco ma per tutto quello che ci sta intorno non lo è più”.

 

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