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Lodi: «Le punizioni? Non si improvvisano, servono venti minuti al giorno di allenamento»  

Il Giornale intervista l’ex regista del Catania, quarto miglior marcatore su punizione del decennio: «Dietro c’è uno studio, non bastano le doti individuali»

Lodi: «Le punizioni? Non si improvvisano, servono venti minuti al giorno di allenamento»  
foto Hermann

In Serie A tornano i gol su punizione. Nelle ultime 14 giornate, sono state 13 le punizioni vincenti, che hanno riportato la media su livelli di sei stagioni fa, nel 2016-17, quando le reti su palla inattiva diretta furono 36. Il recordman del decennio, quanto alle punizioni, è Francesco Lodi, ex regista del Catania: 13 centri da palla ferma in Serie A, 5 nel solo campionato 2012-13. È il quarto miglior marcatore su punizione del decennio scorso, dietro calciatori come Messi, Ronaldo e Pjanic. Il Giornale lo intervista.

«Il tiro da fermo non si improvvisa. Dietro c’è uno studio vero e proprio, anche perché con le palle inattive si può risolvere una partita. Le difficoltà per i tiratori sono aumentate. Tutte le squadre mettono il “coccodrillo” sotto alla barriera, che così può saltare senza preoccuparsi che il pallone venga calciato rasoterra. In più, i portieri lavorano molto al video studiando i battitori».

Così, anche chi tira le punizioni deve studiare.

«Posizione del corpo, composizione della barriera, postura e abitudini del portiere. Tutti elementi che possono fare la differenza per il buon esito di una punizione».

La punizione, insomma, va allenata costantemente.

«Non bastano le doti individuali, servono una ventina di minuti al giorno per praticare e affinare il gesto».

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