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Gravina: «Riduciamo gli ingressi allo stadio a 5mila». La Serie A dice no. Si va verso le porte chiuse

Dopo la telefonata di Draghi, il presidente Figc ha tentato invano la mediazione con i club. Sarà decisivo l’incontro di mercoledì ma gli stadi chiusi sono più di una minaccia

Gravina: «Riduciamo gli ingressi allo stadio a 5mila». La Serie A dice no. Si va verso le porte chiuse
Mg Roma 20/06/2021 - Euro 2020 / Italia-Galles / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina-Paolo Dal Pino

Ieri il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha chiamato il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, dicendosi preoccupato di quanto visto nell’ultima giornata di campionato, la prima del girone di ritorno: niente mascherine sugli spalti, allo stadio, né distribuzione dei posti a scacchiera. Facendosi portavoce della richiesta del ministro della Salute, Speranza, Draghi ha chiesto a Gravina di prendere in considerazione la sospensione del campionato di Serie A o la decisione di chiudere gli stadi al pubblico per non andare incontro alla decisione della chiusura da parte del governo. A quel punto il presidente Gravina ha informato Dal Pino, presidente della Serie A e la Lega ha fatto muro, producendo un comunicato in cui dichiara di voler andare avanti nel campionato come sta già facendo. Il Corriere dello Sport scrive:

“Il numero uno del calcio italiano ha informato l’assemblea della Lega Serie A sul colloquio telefonico, ma la risposta delle società all’aut aut governativo è stata alzare un muro. Gravina avrebbe proposto ai club di dare un segnale al Paese – manifestando quella responsabilità messa in discussione da più parti – con un provvedimento: autoriduzione degli ingressi negli stadi a 5000 persone, in modo da gestire meglio gli accessi e facilitare i controlli. Anche qui, niente da fare”.

A questo punto diventa decisivo l’incontro di mercoledì tra le istituzioni calcistiche, la Conferenza Stato-Regioni e il governo rappresentato da Speranza e Gelmini con la Vezzali. Non sarà più una riunione in cui si discuterà solo dei provvedimenti delle Asl.

Sul tavolo finirà anche la questione delle porte chiuse, ormai molto più di una minaccia”.

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