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Ultrà e droga, il milanista Lucci non sapeva che la polizia francese poteva intercettare la rete Enrochat

Da Bergamo controllava e partecipava attivamente al traffico internazionale. «Se stiamo sereni mangiamo tutti e pure bene».

Ultrà e droga, il milanista Lucci non sapeva che la polizia francese poteva intercettare la rete Enrochat
Mg Milano 29/01/2019 - Coppa Italia / Milan-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Milan

Luca Lucci, il capo ultrà del Milan, volto notissimo della Curva Sud, arrestato  ieri mattina per traffico di droga, credeva di utilizzare una rete criptata. Come scrive la Gazzetta dello Sport

dalla propria scrivania nel bergamasco, utilizzava la rete Encrochat, un sistema per criptare le conversazioni attraverso telefonini
BQ Aquaris con utenze olandesi del gestore KPN. In chat, il capo della Sud milanista diventava “Belvaitalia”, o anche “il Toro”.

Secondo la ricostruzione del gip, Lucci intratteneva relazioni con i narcotrafficanti esteri», in Brasile e in Marocco via Spagna, avvalendosi di «ingenti disponibilità finanziarie anche per assistere i complici arrestati». E poteva contare su «mezzi straordinari, essendo perfino stato organizzato un trasporto dal Brasile, via nave, di oltre tre quintali di cocaina».

Quel che Lucci ignorava è che

la segretezza di Encrochat, dopo due anni filati lisci, era stata violata nell’aprile 2020 dalla polizia francese. Tramite un mandato europeo, si è arrivati a Lucci e a individuare un traffico di droga da circa 100 kg al mese, nei soli sei mesi di indagine. Ignaro di essere ascoltato, Lucci parlava coi suoi sodali senza mezzi termini. (…) : «Ghost (Trimboli, ndr) deve stare sereno, se va bene la mossa abbiamo dieci a testa se no ci accontentiamo», «Se stiamo sereni mangiamo tutti e pure bene».

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