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Thuram: «Sartor? Folle, molto emotivo, scoppiò a piangere in allenamento perché gli era morto il gatto» 

A L’Équipe: «Dopo una partita tra Deportivo La Coruna e Juventus Marcello Lippi se la prese con Edgar Davids. Fu necessario separarli prima che finisse in rissa»

Thuram: «Sartor? Folle, molto emotivo, scoppiò a piangere in allenamento perché gli era morto il gatto» 
Gc Parigi (Francia) 26/03/2008 - amichevole / Francia-Inghilterra / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Liliam Thuram
Su L’Équipe un’intervista a Lilian Thuram. Gli chiedono chi sia il giocatore più pazzo che abbia incontrato. Indica Luigi Sartor, suo compagno a Parma tra il 1998 e il 2001.
«Gigi Sartor. Ha avuto alcuni problemi con la giustizia italiana per partite truccate e più recentemente per la coltivazione di 106 piante di cannabis in una fattoria vicino Parma. Era anche una persona molto emotiva. Un giorno scoppiò in lacrime nel bel mezzo dell’allenamento perché aveva appena perso il suo gatto».
Il momento in cui ti sei sentito più forte?
«I miei primi anni a Parma. A contatto con Carlo Ancelotti ho imparato diverse cose essenziali per un difensore. Durante le prime partite mi chiedeva di andare in tribuna e di osservare come si muoveva la linea difensiva. Fu in Italia che capii l’importanza della tattica e l’intelligenza del movimento. Quello era il periodo in cui sentivo di essere migliorato di più. Con questa sensazione di diventare più intelligente che rende il gioco più facile e mette in evidenza le tue qualità».
La più grande lite a cui tu abbia assistito?
«Una partita tra Deportivo La Coruna e Juventus dove Marcello Lippi decise di fare a meno di diversi titolari (0-2, il 27 febbraio 2002, nella fase a gironi di Champions League). Dopo la partita l’allenatore se la prese con Edgar Davids, che aveva sbagliato sul secondo gol. Lui gli rispose. Al mio amico Edgar Davids, quando i fili si toccano, devi stare molto attento (ride)… Fu necessario separarli prima che finisse in rissa».
Il giocatore più difficile da marcare?
«All’inizio della mia carriera, Patrice Garande, molto intelligente nei movimenti, a volte avevo l’impressione che stesse scomparendo dal campo, non lo vedevo più. Era molto difficile. Ma quello che mi ha dato più problemi è stato Pedro Munitis, durante i quarti di finale di Euro 2000. Era molto più basso e più veloce di me, non riuscivo a prenderlo. All’intervallo mi sono anche cambiato le scarpe, ma niente. Poi senza motivo il tecnico avversario ha deciso di toglierlo. Per molto tempo ho avuto incubi pensando a lui. Se vuoi spaventarmi, di’ semplicemente: “Attento, c’è Munitis!”».
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