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Sofia Goggia: «La psichiatria mi ha aiutato a scavare dentro di me, fare luce su di sé è importante»

A Repubblica: «Un atleta di elite può lavorare solo sulla crescita interiore. La psichiatria è il tabù dei tabù, non se ne parla. Ci vuole coraggio a cambiare sé stessi»

Sofia Goggia: «La psichiatria mi ha aiutato a scavare dentro di me, fare luce su di sé è importante»
Aare (Svizzera) 14/03/2018 - Coppa del Mondo discesa libera / foto Imago/Image Sport nella foto: Sofia Goggia

Sofia Goggia è un’atleta anomala, la cui profondità e la cui intelligenza risultano un ostacolo per il suo sviluppo agonistico. È stato così a lungo nella sua carriera. Oggi ne parla a Repubblica e parla dei correttivi che ha messo in campo per modificare alcuni aspetti di sé.

«Gli atleti di élite a un certo punto della loro carriera possono migliorare su un solo aspetto: la crescita interiore. (…) Da due anni lavoro su me stessa insieme a una psichiatra. È un percorso non facile perché ci vuole coraggio a cambiare se stessi, soprattutto alcune parti di se stessi. Però mettersi in gioco è fondamentale se vuoi ottenere delle cose belle».

«Bisogna sfatare il tabù della psichiatria. Già confessare di andare dallo psicologo è tosta, viene considerato un sinonimo di debolezza. Figuriamoci lo psichiatra, è proprio il tabù dei tabù».

Prima si affidava a una psicologa.

«Ma a un certo punto non trovavo più gli strumenti per fare un passo in avanti dentro di me. Intendiamoci, non prendo farmaci, vorrei chiarire. Però nella psichiatria, gestita nel mio caso dalla dottoressa Romana Caruso di Brescia, trovo un approccio diverso».

Come lo descriverebbe?

«È qualcosa che ti scava dentro, chirurgicamente, ti dà gli strumenti per arrivare in posti inaccessibili per chi non ha un percorso di formazione del genere. È qualcosa che consiglierei a chiunque. Fare luce su se stessi è importante, credetemi».

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