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“Novantanove fiori selvatici”, le quattro stagioni dell’attesa nelle poesie e nei pensieri di Mariavittoria Picone

Gennaio è la solitudine, la primavera cambia abitudini e pensieri, l’estate è il tempo delle voci liberate dalle case, l’autunno è la consapevolezza, novembre il “mese della compassione”.

“Novantanove fiori selvatici”, le quattro stagioni dell’attesa nelle poesie e nei pensieri di Mariavittoria Picone

Sono fiori d’attesa questi “Novantanove fiori selvatici (pagg. 128, euro 15; Iod edizioni)”, suddivise nelle quattro stagioni canoniche che Mariavittoria Picone ci regala non smentendo le buone sensazioni che avevano attraversato la nostra recensione al suo primo romanzo “Condominio Arenella”.

E a quell’humus narrativo – queste che sono poesie e pensieri – rimandano in un tentativo di dare forma all’amore che lascia dolore e solitudine ma che non tange un tempo ed una vita che ripartano quando a loro piace. Si comincia da quei fiori selvaggi tra le macerie che sono i genitori che ci hanno generati e si giunge ai fiori dei nostri figli νέα τροφή che sono fragili, e non sappiamo neanche il perché. Ma in queste quattro stagioni dell’attesa possiamo con l’autrice sentire il nostro corpo che non ci mente mai e ridare fiato alle parole.

Sì, è vero “gennaio è il nostro giudice” e la solitudine il nostro stato più comune. Febbraio arriva con il suo profumo di mandorle amare e gli occhi capiscono gli interni delle case sincere. I cieli di marzo aprono altri orizzonti: ma siamo noi a specchiarvici dentro, la primavera ci fa cambiare naturalmente le abitudini, cambiano i pensieri ed il freddo mare di maggio interrompe come un padre l’attesa dell’incontro. Con l’estate si riprende il cammino, “è nuovo tempo per continuare a costruire il sentiero” e torna l’amplesso nell’esplorazione dei corpi. Luglio specchio ustorio ci dà nuove mancanze: l’estate è il tempo delle voci liberate dalle case. La prima pioggia spegne incendi e Napoli nella sua eterna immanenza di giudizio “offre una strada diversa per ogni sentimento / un cielo che cambia ad ogni stagione della nostra vita”. Arriva l’autunno tempo di consapevolezza che annuncia novembre che è il “mese della religiosa compassione”.

Come proteggersi dallo specchio della solitudine che giudica? “Bisogna imparare l’attesa /stare al mondo senza contare il tempo / Tutto cambia senza che lo si chieda”. Per rinascere ancora una volta nella terra raccogliendo fiori selvatici.

 

 

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