Lotito fuori dal Senato: «Non è che debbo vivere di politica, io faccio n’artro mestiere»
Per Repubblica è "una piccola apocalisse": "La fine di ogni parvenza di verità e di giustizia nelle aule parlamentari"

Roma 24/01/2018 - campionato di calcio serie A / Lazio-Udinese / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Claudio Lotito
Lotito non ce l’ha fatta. Non ancora. Non sarà un senatore della Repubblica perché lo stesso Senato gli ha votato contro congelando la decisione della Giunta che lo dava vincitore di un seggio ora occupato da Vincenzo Carbone, ex forzista transitato poi in Italia Viva. Ne abbiamo scritto ieri.
Filippo Ceccarelli su Repubblica ne scrive come di un piccolo scandalo, la “fine di ogni parvenza di verità e di giustizia nelle aule parlamentari”. La descrizione che ne fa è meravigliosa:
“Per quanto in nome della leggerezza si possano invocare le più alte e basse pezze d’appoggio del grande spettacolo, da Pirandello ai cinepanettoni, il voto di ieri dà la misura di una piccola apocalisse, nel senso che solleva il velo su una serie di magagne, tutte italiane, tutte nostre, che combinate in tragicomica sequenza trascendono il destino di Lotito e dei suoi quattro telefonini accesi in simultanea. Lotito non è solo un padrone di squadre, è un personaggione, un vero eroe e quindi un anti-eroe di questo tempo, un prodotto della cultura di massa, un uomo anche irresistibilmente simpatico, un modello di spavalderia regionale e nazionale, tra Alitalia e multe non pagate, voli di aquile e ultrà poco raccomandabili, un vero e proprio vulcano in attività, che pure si addormenta con la bocca aperta davanti ai fotografi, ma che quando i selvaggi irrompono a Capitol Hill, dopo pochi minuti su Instagram Lotito, Lotirchio, Lotutto, è photoshoppato con cappottone, sciarpone e faccione giuggiolone accanto allo sciamano di Trump”.
Lotito non ha praticamente commentato la sua esclusione dal Senato. Se scambiando un paio di battute secche col Corriere della Sera:
“Te dico ‘na cosa. Io non smetterò di credere sempre nella giustizia. Secondo, io non è che debbo vivere di politica. Io faccio n’artro mestiere”.
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