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Frank Bruno: «Tyson era orribile, aveva la forza di 10 uomini, un uomo pericoloso»

L’ex campione dei pesi massimi racconta al Telegraph la sua storia tra malattia mentale e demoni: “Vivo da solo e morirò da solo”

Frank Bruno: «Tyson era orribile, aveva la forza di 10 uomini, un uomo pericoloso»
archivio Image / Sport / Boxe / Mike Tyson / foto Imago/Image Sport

“Vivo a casa da solo. E penso che morirò da solo per come stanno andando le cose”. Frank Bruno ha 60 anni, e il Telegraph lo descrive come un uomo “che ha portato gioia a milioni di persone, ma oggi vuole solo una vita tranquilla”. Perché la vita di questo ex è campione del mondo WBC dei pesi massimi, abbattuto da Mike Tyson in un incontro famosissimo, nel 1989, è fatta di demoni, di salute mentale precaria, di beneficenza, di brutalità.

In una lunga intervista al Telegraph parla della sua infanzia nel Borstal, il riformatorio: “Non è un bel posto dove stare. Impari presto a badare a te stesso e a guardarti le spalle. Alcuni dei ragazzi con cui sono cresciuto non si sono presi cura di se stessi e alcuni di loro sono morti”, dice. “Parker, uno dei miei migliori amici, sono andato al suo funerale e non è stato bello. È morto e non era abbastanza grande per morire”.

Bruno ricorda Mike Tyson come “un tipo orribile. Lo colpivi alla testa e lui ti si faceva sotto. Aveva la forza di circa 10 uomini. Era un tipo pericoloso”.

C’è rimasto molto male quando Lennox Lewis, l’ha chiamato “zio Tom”, un insulto che suggerisce che avrebbe venduto le sue radici caraibiche per entrare a far parte dell’establishment bianco. “Dice cose stupide. Non avrei dovuto permetterglielo. Solo un topo bifronte potrebbe dire che qualcuno è uno zio Tom quando sua madre viene dalla stessa Giamaica di mia madre. Non chiamerei mai mia madre così o chiunque altro. Ma non ho bisogno di umiliarlo perché lui non è niente per me. Può prendere queste cose, e mettersele dove non splende il sole. Avrei dovuto batterlo”. E invece quando ne ebbe l’occasione, nel 1993, ci perse, al settimo round.

Quello che seguì è una storia straziante di come la malattia mentale può disintegrare un uomo, scrive il Telegraph. “Sono stato costretto a prendere farmaci e costretto a fare iniezioni. Il modo in cui trattano molti pazienti è triste, molto triste”.

Bruno difende la boxe: “Il golf potrebbe essere classificato come un gioco più pericoloso del pugilato. Tutto è pericoloso. Puoi guidare in un’auto a 200 km orari e puoi morire. Gioca a rugby e ti prendi un ginocchio in faccia. La boxe è solo uno scontro uno contro uno. Ad alcune persone piace correre, ad alcune piace nuotare, ad alcuni piace la boxe”.

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