Si apre ufficialmente la crisi della squadra e del tecnico, che si lamenta delle troppe partite ma vede allontanarsi l’Europa per il prossimo anno
La Lazio ha perso ieri contro il Sassuolo: è la sesta sconfitta in 17 giornate. Si apre ufficialmente la crisi, scrive Alberto Dalla Palma sul Corriere dello Sport.
“La sesta sconfitta in diciassette giornate, a Reggio contro il Sassuolo, apre ufficialmente la crisi della Lazio e, in particolare, di Maurizio Sarri che da luglio a Natale non è riuscito a dare un gioco, un’anima e un’impronta tattica a una squadra che rispetto alla stagione precedente aveva perso Correa e Caicedo ma aveva anche acquistato Basic, Felipe Anderson, Pedro, Hysaj e Zazzagni migliorando la qualità tecnica e numerica di una rosa corta”.
Sarri non ci è riuscito nonostante un mercato estivo sontuoso.
“Un mercato sontuoso, l’ultimo, se consideriamo i precedenti effettuati dal presidente Lotito e dal ds Tare, abituati a investire sulle scommesse (spesso a caro prezzo: Durmisi, Vavro e Muriqi, le ultime) e mai a programmare: l’arrivo di Mau li aveva costretti, in estate, a seguire le indicazioni ben precise su ruoli e nomi da acquistare, ma nonostante tutti gli sforzi, innegabili, neanche questo è servito a far compiere il salto di qualità alla squadra biancoceleste. Anzi, la Lazio sta andando come un gambero: indietro piuttosto che avanti”.
La Lazio è in confusione. Sarri sembra gestire “una squadra sulle montagne russe”.
L’allenatore si lamenta del fatto che si gioca troppo e non ha tempo per allenare i suoi
“Se continua così, la prossima stagione non avrà più questo problema perché l’Europa, una delle poche fonti di incasso per il club, si sta allontanando sempre di più”.