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Sabrina Salerno: «Una volta un regista mi ha detto: «Vieni su in camera con me». E io: «Ma mi hai vista?»

A Effe: «Gli uomini, invece, li ho sempre un po’ guardati dall’alto in basso, se qualcuno ci provava, mi bastava uno sguardo, una battuta per farlo scappare»

Sabrina Salerno: «Una volta un regista mi ha detto: «Vieni su in camera con me». E io: «Ma mi hai vista?»
Foto Beescoop/Image

Enrica Brocardo intervista per Effe Sabrina Salerno, 56 anni,  in televisione con L’acchiappatalenti, il nuovo programma di Milly Carlucci. Ha cominciato in Fininvest a 17 anni dopo aver vinto Miss Lido e Miss Liguria, poi è stata un’escalation cantante, attrice e conduttrice che negli Anni ’80 raggiunse il successo internazionale con brani come Sexy Girl e Boys (Summertime Love), e che tutti ricordano per il duetto Siamo donne con Jo Squillo a Sanremo nel 1991

«Da giovane ho lasciato che mi raggirassero e mi facessero del male, ma ero consapevole che stava accadendo»

Perché li ha lasciati fare?

«Sapevo che sarebbe arrivato il momento di fare pari e patta, e senza neppure impegnarmi più di tanto. I cadaveri prima o poi passano lungo il fiume. Non faccio nomi, non li ho mai fatti, ma un sacco di persone non esattamente per bene all’inizio della mia carriera mi hanno rovinata. Dicevano: «Tempo un anno, due, sei artisticamente morta». Nel frattempo, mi portavano via i soldi che guadagnavo. Comunque, anche se c’è voluto tempo, ne sono uscita e sono risorta come un’araba fenice»

Siamo donne era una sorta di inno femminista. Si considera tale?

«Più che altro non mi sono mai sentita inferiore a nessuno, ed essendomi mancate figure maschili di riferimento nella mia infanzia ho sempre avuto un grande feeling con le donne. Gli uomini, invece, li ho sempre un po’ guardati dall’alto in basso, che, forse, non è neppure giusto. Ma quando da un padre ricevi una delusione potente come la mia, un segno rimane. Inoltre sono piuttosto aggressiva, irosa. Anche da giovanissima, se qualcuno ci provava, mi bastava uno sguardo, una battuta per farlo scappare. Una volta un regista – poverino, ormai è morto – mi ha detto: «Vieni su in camera con me». E io: «Ma mi hai vista?».

Nel mondo dello spettacolo, quali donne le hanno dato una mano?

«Le produttrici, che spesso mi hanno chiamata, e Raffaella Carrà che mi ha chiesto di lavorare con lei in tv a Ricomincio da due e di accompagnarla in tour in Spagna. Avevamo una fortissima intesa sul palco. Bastava uno sguardo per capirci»

Su Simona Ventura?

«È una donna che stimo tantissimo. Ha un coraggio e una tempra rari, che ha dimostrato in varie occasioni. Credo che nessun’altra sarebbe andata in tv con una paresi facciale come ha fatto lei ad aprile»

Sabrina Salerno e il padre

In una lunga e precedente intervista al Corriere della Sera aveva parlato del padre e del difficile rapporto avuto 

Lo ha conosciuto che aveva 12 anni

«Avevo scoperto nome e cognome e lo avevo cercato sull’elenco telefonico. Lo avevo chiamato per incontrarlo, per curiosità: volevo dare un’immagine all’uomo che, seppure involontariamente, mi aveva messa al mondo. Ho sempre rispettato che non volesse riconoscermi e non accettasse il ruolo di padre. Almeno, credevo di averlo elaborato».

Racconta il primo incontro con il padre:

«Venne a prendermi a Genova e pensai: “Mamma mia come è giovane”. Sembrava un ventenne. Ci rimasi male, forse mi aspettavo una figura più adulta, invece mi sono trovata davanti questo belloccio ed è stato uno choc».

L’ha riconosciuta quando lei ormai aveva 45 anni.

«Disse: “Va bene, facciamo il riconoscimento, ma non avrai mai il mio affetto”. Con lui poi ho fatto pace. Prima che morisse ho sistemato tutto: un periodo bellissimo, durato pochi mesi».

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