A Repubblica: «Mondiale ogni due anni? Sono contrario, ma la mia opinione e quella di altri più importanti di me non contano niente»
Su Repubblica un’intervista al ct della Nazionale francese, Didier Deschamps. Domani la Francia sarà a Torino per la semifinale con il Belgio di Nations League.
«Una parte di me è italiana. Sei anni in una vita sono pochi ma nel calcio sono tantissimi, mezza carriera. Sono marchiato da quello che ho vissuto da voi. E sbagliai ad andare via dopo aver allenato la Juve in serie B».
Su Pogba:
«È leader sul campo e anche a livello comunicativo: nello spogliatoio si esprime con le parole giuste, anche nel modo di dirle».
Su Mbappé:
«A 22 anni ha già giocato 50 partite in nazionale: vi rendete conto? Il problema è che lui è stato subito grandissimo, suscitando attese talmente alte che sembra che non le mantenga mai. Però fa parte di quei pochi giocatori al mondo che non hanno bisogno degli altri, perché da solo può fare la differenza».
Nove anni da ct non sono troppi?
«Lo dico con grande onestà: non so quale sarà la mia vita dopo il Mondiale, ma sarà bella lo stesso»
Sui Mondiali ogni due anni:
«Si banalizzerebbe la competizione, ma la mia opinione e quella di altri anche più importanti di me non contano niente».
Gli viene chiesto cosa ha sacrificato alla carriera:
«Non posso dire che il calcio mi abbia tolto qualcosa. È la vita che mi sono scelto, ho fatto di tutto per arrivare il più in alto possibile ma non riesco proprio a chiamarli sacrifici. Il pallone non è un lavoro, lavora chi si alza tutti i giorni alle 6 per sfamare la famiglia. La realtà è che non ho mai lavorato un giorno in vita mia».