“Non bastano più neanche le plusvalenze. Il Report Figc certifica la crisi: 35mila ragazzini hanno smesso di giocare”

Non ci sono solo Lukaku e Hakimi Cristiano Ronaldo. La povertà della Serie A (di cui abbiamo scritto anche noi) si evince anche dai numeri del “Report calcio” pubblicato dalla Federcalcio e ripreso – tra gli altri – dal Fatto Quotidiano. Sono indicativi i “35mila ragazzini che smettono di giocare, 48mila partite non disputate, oltre 25mila persone, non calciatori, che perdono il lavoro“.
Nell’articolo Vendemmiale sottolinea giustamente che “non è più solo il grido disperato dei “ricchi scemi ” del calcio, che da mesi battono cassa col governo: lo Stato non pagherà per i loro errori, ben precedenti alla pandemia, ma l’effetto del virus è stato devastante, a tutti i livelli”.
“Non bastano più neanche le plusvalenze, maquillage contabile abusato da tutte le società: al giugno 2020 rappresentavano il 24% dei ricavi delle squadre, un totale di 738 milioni di incassi (per lo più) farlocchi, visto che la maggior parte di queste operazioni non hanno vero denaro alla base. Così i debiti dei club avevano sfondato la quota record di 4 miliardi già prima dell’epidemia, ora siamo a 4,7″.
“Negli ultimi anni costi e ricavi del pallone erano sempre stati due rette parallele, che correvano vicine, con un inesorabile sbilanciamento nei confronti delle uscite che continuava ad accrescere il debito ma anche a lasciare l’illusione di poterlo colmare. Il Covid ha spalancato questa forbice: oggi il pallone nostrano è un’industria che spende 4,2 miliardi l’anno e ne incassa solo 3,5. Così nessuna azienda può stare in piedi“.