Al Corsera: «Bisogna proteggerli dal rischio di sviluppare malattia grave e difendere i non vaccinati che entrano in contatto con loro. Così si creano le condizioni per la didattica in presenza»
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Il Corriere della Sera intervista Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Fornisce la sua ricetta per tamponare l’epidemia.
«Spingere l’acceleratore delle vaccinazioni, persuadere la popolazione a seguire le regole di comportamento, prevenire situazioni che possono generare assembramenti».
Per Locatelli è fondamentale che si vaccinino bambini, adolescenti e ventenni.
«Gli adolescenti vengono così protetti dal rischio di sviluppare malattia grave o addirittura fatale. I deceduti sotto i 19 anni in Italia sono a oggi 28. Poi perché la protezione degli adolescenti consente di difendere indirettamente coetanei che frequentano la stessa classe o altri luoghi di socializzazione, ma che non hanno un sistema immunitario capace di rispondere efficacemente al vaccino. Lo stesso discorso si applica ai non vaccinati che entrano in contatto con i bambini».
Il suo sì ai vaccini per i giovani è senza riserve, dice.
«Confermo. Vaccinare significa anche creare le migliori condizioni perché possa avere continuità la didattica in presenza. È stato appena pubblicato su medRxiv un articolo scientifico scritto da ricercatori dell’Ohio che dimostra come, negli adolescenti, il rischio di sviluppare miocarditi o pericarditi nel contesto di malattia Covid-19 eccede di gran lunga (nei maschi giovani fino a sei volte) il basso rischio di sviluppare questi quadri clinici, sempre lievi, dopo la vaccinazione. Ecco dissipato ogni dubbio sull’opportunità di proteggere adolescenti e ventenni. E, quando vi saranno vaccini approvati, anche i bambini».