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Gazzetta, 30 luglio: “Lukaku non è tentato dal Chelsea, i quattro motivi per dire no”

Uno splendido paginone che spiega perché gli interisti sono caduti dal pero: l’amore per la città, l’importanza del murales, il desiderio di vincere la seconda stella. Tutti fattori che si sono rivelati decisivi

Gazzetta, 30 luglio: “Lukaku non è tentato dal Chelsea, i quattro motivi per dire no”

Era appena il 30 luglio (del 2021 eh), dieci giorni fa, la Gazzetta dello Sport vedeva lungo e dedicava due pagine alla notizia che Lukaku aveva una super-offerta dal Chelsea – 15 milioni di ingaggio – ma non ne voleva sapere di accettare. Anzi. Erano ben quattro i motivi di Lukaku per dire no al club di Abramovich.

Ecco cosa scrive la Gazza:

Big Rom non ci sente. Non vuole aprire la discussione, l’ha fatto sapere anche all’Inter: si sente bene a Milano, è la sua comfort zone, non c’è motivo di cambiare né società né città in cui vivere, anche se l’ingaggio a Londra sarebbe circa il doppio (bonus esclusi) di quello che percepisce attualmente in nerazzurro. Lukaku è stato chiaro, anche dopo l’addio di Antonio Conte. Non ha mai lanciato segnali ambigui, per almeno quattro ragioni diverse che elenchiamo qui a fianco.

Per poi aggiungere

C’è solo uno scenario per cui Lukaku potrebbe prendere in considerazione l’addio all’Inter: se fosse la società nerazzurra a comunicargli la volontà di cederlo. Ma questa oggi non è neppure un’eventualità, non essendo mai arrivata alla società un’offerta e non avendo i nerazzurri la minima volontà di mandarlo via. Solo un’offerta monstre potrebbe cambiare le carte in tavola, nei ragionamenti del club. Perché l’Inter considera centrale Lukaku, un simbolo intorno al quale ha costruito anche una campagna di comunicazione. E, per inciso, grazie al quale inseguire un altro scudetto e almeno gli ottavi di Champions.

Quando si dice la preveggenza. Andiamo a vederli questi quattro motivi, sintetizzati in altrettanti boxini.

Il primo: il passato. Scetticismo esagerato e che insulti dai tabloid: brutti ricordi in Premier

lo scetticismo strisciante, i morsi esagerati della critica, gli attacchi gratuiti dei tabloid. Soprattutto nell’ultimo anno quando si parlava più di chili che di gol. Per questo Lukaku non ha un bel ricordo della Premier, la Lega che lo ha sedotto e abbandonato. I sentimenti possono sempre cambiare, ma al momento Romelu non brama certo il ritorno.

Il secondo: la città. Un murale e tanto affetto, soprattutto nelle sconfitte Così a Milano è diventato re

A Milano Romelu ha semplicemente trovato il suo posto nel mondo: in nessun’altra città aveva ricevuto così tanto amore incondizionato e, si sa, questo sentimento può creare dipendenza. È bello essere chiamato “re”, è bello vedersi dipinto su un muro accanto a San Siro. Ma, più che nel trionfo, è nella caduta che il belga si è convinto della bontà della sua scelta: «Dopo la sconfitta in finale di Europa League la risposta emotiva che c’è stata mi ha dimostrato che la gente mi voleva veramente bene. Ho ricevuto più affetto che negatività».

Effettivamente dobbiamo constatare che il murale ha avuto il suo peso nella decisione di Lukaku.

Ma passiamo al terzo motivo. Paragrafo intitolato La riconoscenza.

Nel 2019 era in un tunnel Grazie ai nerazzurri ha realizzato il sogno Italia

Un giorno in un’intervista disse: «Sognavo da sempre la maglia dell’Inter. In carriera ho sempre fatto quello che ho voluto». Due anni fa a un certo punto scappò ad allenarsi in Belgio con l’Anderlecht, pur di far capire allo United che la storia in Premier era terminata. Quest’anno si è presentato in ritiro ad Appiano un giorno prima. Nota le differenze…

Appunto, notiamole.

Quarto motivo: i traguardi. La doppia motivazione: vincere senza Conte lo scudetto della stella

E qui la Gazzetta effettivamente coglie nel segno:

Del legame tra Conte e Lukaku s’è detto tutto. Ora Romelu ha di fronte una sfida: andare oltre l’allenatore a cui lo stesso ha riconosciuto un merito elevatissimo, nella sua carriera. E dunque dimostrare di poter far bene anche con un altro tecnico. (…) Lukaku ha in testa l’obiettivo della seconda stella (come no, ndr), dello scudetto numero 20. Tra i giocatori in questi giorni il traguardo è stato citato più volte: l’idea di vincere un campionato «storico» stuzzica il gruppo. E Lukaku non fa eccezione.

Giustamente la Gazzetta non si era mai soffermata sul valore dei soldi. Né per Lukaku né per l’Inter. Che volgarità.

Ora ci è più chiaro perché i tifosi interisti sono caduti dal pero.

Affianco ci sarebbe anche un pezzo su Calhanoglu calciatore perfetto per illuminare la Lu-La (Lukaku-Lautaro) ma non abbiamo cuore di proporvelo.

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