L’affaire Bella Ciao non è mai esistito. La Gazzetta racconta “la luna di miele” coi tifosi. Che regalano all’ex Comandante un libro di storia del club
“Amore a prima vista”. “Colpo di fulmine”. “Luna di miele” ma proprio “di quelle da sogno”.
Il ritiro della Lazio, almeno nel racconto patinato che ne fa la Gazzetta dello Sport, è diventato un fotoromanzo dei buoni sentimenti. Con Maurizio Sarri nel ruolo dell’adone, il principe biancazzurro che ha definitivamente conquistato la sua bella: i giocatori, certo, ma soprattutto i tifosi.
L'”amarezza” della scorsa settimana è evaporata. La vicenda del soldato Hysaj, partigiano a sua insaputa, s’è sgonfiata nel silenzio del Comandante: altro che curva fascista da “vuotare” (come aveva minacciato per qualche critica a Muriqi), è bastato stare zitti, non prendere posizione, mimetizzarsi nel bosco di Auronzo di Cadore come un vietcong.
Sarri, l’ex rivoluzionario col mozzicone pendente, è diventato democristiano.
Il rapporto con “la piazza”, come si dice, è idilliaco. Lui ha ringraziato per “l’accoglienza ricevuta dalla società e dai tifosi” e tra gli ultras queste parole “hanno scatenato una autentica ovazione nei suoi confronti”.
E’ una retorica da basse frequenze, automatica, uguale alle mille che dagli anni 60 accompagnano le squadre in ritiro alpino: sembra Gente del 1970.
Ma di più: l’affaire Bella Ciao è stato ruminato in camera caritatis. Sarri, anzi, non ha rilasciato una virgoletta fuori posto ma – racconta sempre la Gazzetta – ha “ammaliato” i suoi con bastone e carotine. E tanta riservatezza. Sarri “ha fatto allestire una sorta di confessionale nella palestra adiacente al campo di allenamento, nel quale chi vuole può confrontarsi con lui. E lo stanno facendo in tanti in questi giorni. Ricevendo in cambio consigli utili, rassicurazioni, ma anche rimbrotti”.
“Mister, ho peccato”.
“Tredici ripartenze dal basso e un avemmaria, puoi andare”
Il confessionale, come un grande fratello ecumenico. Sarri ha preso i voti e li dà. In silenzio. Le polemiche facciano il corso che devono, che sarà mai qualche rigurgito fascista.
“I tifosi – chiude la Gazzetta – non solo l’hanno capito, ma l’hanno apprezzato ancora di più. E, a conferma del feeling, gli hanno regalato un paio di libri sulla storia del club”. Bella Ciaone, proprio.