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Mourinho chi? In Inghilterra la stampa snobba il suo arrivo a Roma. Hanno la Champions, loro

Lo stacco delle rassegne stampa è netto: qui Mou è un Papa e un Imperatore, per loro è uno scarto. Hanno il City sul picco d’Europa, forse col Chelsea

Mourinho chi? In Inghilterra la stampa snobba il suo arrivo a Roma. Hanno la Champions, loro

La prima pagina della Gazzetta dello Sport di oggi, sobria, misurata, quasi francescana, è questa:

gazzetta dello Sport

Da Roma, caput Moundi, il Corriere dello Sport risponde così:

corriere dello sport mou

Ma la rassegna stampa sportiva italiana è tutta su questo registro. Editoriali zeppi d’entusiasmo e qualche articolessa, riferimenti cacofonici a tutta la grammatica accessibile del mito capitolino: il Papa, l’Imperatore, il Colosseo al centro del villaggio. Da Romagnoli su Repubblica a Severgnini sul Corriere della Sera. In fondo, ma proprio in fondo, alla scala anche noi del Napolista.

Nel frattempo in Inghilterra di questa straripante Mou-mania non c’è traccia. Lo stacco è netto, e un po’ avvilente. I media britannici hanno dato notizia della nuova avventura italiana del portoghese nell’immediato, ieri. Sorpresi, il giusto, che Mourinho avesse trovato una panchina così in fretta, dopo l’ignominioso licenziamento al Tottenham. Per i commentatori della Premier, mica tanto snob, quel fallimento a questo punto della stagione consegnava Mou al pensionamento, al passato. Lo bruciava definitivamente. Etichettava lui e le sue idee troppo difensive per dirsi attuali come “vecchi”. Si legga al riguardo Jonathan Liew sul Guardian. Ma niente di più di un’alzata di sopracciglio. Un “ohibò”, guarda un po’ il vecchio Mou che ti combina. Tutto qua.

Le prime pagine, e le seconde e le terze, sono occupate da Pep Guardiola, dalla finale Champions del City, dalla possibilità che in quella finale ci finisca anche il Chelsea. Sono, cioè, tutti presi dalla cronaca d’un dominio: la Premier esprime il meglio del meglio del calcio europeo, pur coi fantasmi della rivolta popolare contro la Superlega e l’avido padronato straniero. Mourinho è uno scarto. L’hanno lasciato andare con poco riguardo, e osservano noi, l’Italia, la grande Serie A, sbiellare per essercelo ripreso, bolso e invecchiato d’un decennio abbondante.

Se la teoria della periferia del calcio funziona tra Roma e Napoli, un’ora appena d’Alta Velocità, con i giallorossi che s’innalzano in vetta a quel piano inclinato che noi da queste parti abbiamo preso a scendere da tre anni, ancor di più risalta nello strappo percettivo tra Italia e Inghilterra, Serie A e Premier. La periferia è un concetto basculante, relativo. Ognuno sceglie il suo ordine di grandezza. Mourinho, e l’accoglienza che gli viene tributata, sono un termometro. Non c’è giudizio di merito, è una semplice constatazione: si è sempre periferia di qualcun altro.

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