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Matthaus: «Pirlo? Grande calciatore ma acerbo per allenare. Nagelsmann ha già fatto il suo percorso»

A La Stampa: «Il livello della A è buono, non sarei così pessimista. Il Bayern ha fatto benissimo a dire no alla Superlega. Il calcio non può essere ridotto al business»

Matthaus: «Pirlo? Grande calciatore ma acerbo per allenare. Nagelsmann ha già fatto il suo percorso»

La Stampa intervista Lothar Matthäus, campione del mondo nel 1990 con la Germania e capitano di Bayern e Inter. Commenta il no del Bayern alla Superlega.

«Ha fatto benissimo. Il calcio non è solo denaro. È passione, sentimento, emozione. Non può essere ridotto al business. Non si può fare a meno dei campionati nazionali, seguiti settimana dopo settimana dai tifosi. Se per continuare ad avere questo bisogna avere meno soldi, va bene avere meno soldi. Il calcio può cambiare, non deve restare fermo. Ma non possiamo stravolgerlo. Noi siamo contenti della Bundesliga, anche se siamo meno ricchi della Premier League. E anche voi dovreste essere contenti della Serie A. La lotta per andare in Champions è appassionante. Cinque squadre per tre posti: Atalanta, Napoli, Juventus, Lazio e Milan. Bayern, Borussia e Psg hanno detto no alla Super Lega per dire sì al calcio che amiamo».

Perché le squadre italiane fanno così fatica in Europa?

«Il vostro livello è buono, non sarei pessimista. Vi è mancato qualche risultato. Ma la Juventus, che ha vinto nove campionati di fila, come tra poco farà il Bayern, è arrivata due volte in finale di Champions League negli ultimi anni. In questa stagione ai bianconeri è andata male perché la scelta di Pirlo non ha funzionato come il club avrebbe voluto. È stato un grande calciatore, ma non ha ancora l’esperienza per essere un grande allenatore».

Diverso il discorso del Bayern, che punta su un allenatore ancora più giovane, Nagelsmann, dice.

«È diverso. Nagelsmann ha condotto il Lipsia tra le prime quattro d’Europa nella scorsa stagione ed ormai è la seconda forza della Bundesliga. È logico che Nagelsmann venga chiamato dalla prima. Poi è bavarese, è cresciuto nel Monaco 1860. Ha fatto il suo percorso e adesso chiude il cerchio. La sua giovane età sarà anche un vantaggio: riuscirà a trovare il linguaggio giusto per parlare ai 20enni del Bayern».

 

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