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Il Cagliari rovina la domenica di Osimhen e rallenta la rincorsa del Napoli

Pareggio di Nandez nel recupero. Il nigeriano grande protagonista. I sardi non si sono mai arresi. Nessun dramma ora come nessuna beatificazione prima

Il Cagliari rovina la domenica di Osimhen e rallenta la rincorsa del Napoli
foto Hermann

Nandez, ancora lui. Ha rovinato la festa. Due anni fa con lui – che servì il pallone a Lucas Castro – cominciò il periodo nero  di quella squadra. Oggi, in pieno recupero, ha fermato la rimonta del Napoli di Gattuso. È finita 1-1. Non si può dire che il Cagliari non abbia meritato il pareggio. Ma non si può dire che il Napoli non avesse meritato di vincerla. È stata una partita vera. Combattuta. Giocata con grande ardore e dinamismo. Poi, nel finale, col primo caldo, il Napoli è calato. I sardi ne avevano ancora e hanno pareggiato. Il Cagliari ha messo in mostra un Pavoletti che è sembrato un centravanti vero. Poco prima del pareggio al 93esimo, Meret gli ha negato il pari con una splendida parata. E per il resto del match ha battagliato da pari a pari con un certo Koulibaly che nel finale è stato colpito dai crampi.

È dura oggi dire qualcosa. È stata una bella partita. Questo si può dire. E sembrava la partita di Osimhen.

Quest’anno di Osimhen può essere paragonato alle anteprime dei film quando ancora non si chiamavano trailer. È stata lui oggi la notizia del Napoli, nonostante il pareggio. Lo era anche quando c’era da raccontare della fluida manovra del Napoli. Gli azzurri restano in corsa per la Champions. Ovviamente, potremmo anche non arrivare tra le prime quattro. Si profila una grande ammucchiata per il secondo posto, visto che l’Atalanta ha fallito un rigore e ha pareggiato a Sassuolo.

Sembrava la giornata di Osimhen. Ha segnato un gol da centravanti puro, ha controllato in velocità un prezioso assist di Insigne in profondità, ha bruciato Godin e gli ha nascosto il pallone, dopodiché ha bruciato Cragno sul primo palo. Nel secondo tempo, il nigeriano ha segnato ancora. Una rete che solo in Italia poteva essere annullata per una spinta fantasma ai danni di Godin che in realtà sarebbe stato bruciato in corsa ed è caduto per paura oltre che per aver sbagliato il tempo.

In mezzo, Osimhen si è avventato su ogni pallone. Per difenderlo, per strappare. Ha sfiorato un gol di testa. Si è esibito in recuperi difensivi che piacciono tanto agli allenatori ma non solo. E infine, giusto per ricordare che la sfortuna non lo ha del tutto abbandonato, è uscito per una botta alla testa. Ma Osimhen è stato l’assoluto protagonista di Napoli-Cagliari. Non il solo. Perché c’è stato – per il Napoli – Zielinski che ormai tocca il pallone come se fosse uno Stradivari. Bene anche gli esterni, prima che Nandez bruciasse Hysaj. Bene anche Demme che ha colpito una traversa. Nel finale, poi, sono scoppiati tutti.

I sardi di Semplici, lo ripetiamo, non hanno rubato nulla. Nel primo tempo, hanno sfiorato il pari con un palo di Zappa, poi si sono divorati una rete con Nandez. Si sono resi pericolosi fino alla fine, con gli azzurri incerottati tra i crampi di Koulibaly e Zielinski esausto. Hanno giocato molto bene, in maniera intelligente. Ed erano senza Marin e senza Joao Pedro. Bene in mediana, con Duncan e Nainggolan. Semplici è un bell’allenatore, forse sottovalutato. Pavoletti ci teneva a ricordarci che è un centrfavanti.

Non è finita. Attenti a non fare drammi adesso. Così come non era il caso di avviare frettolosi – e, lasciateci dire, ridicoli – processi di beatificazione di Gattuso prima. Le stagioni vanno valutate in toto, non per dieci partite. Serve echilibrio. Senza rifugiarsi in analisi grottesche. Il Napoli può ancora conquistare la Champions. Questo conta.

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