A Repubblica: «I miei hanno fatto grandi sacrifici per noi. Sono un idolo del Fantacalcio? Me lo hanno detto. Il Ramadan è un sacrificio ma ci tengo molto»

Repubblica intervista Hakimi terzino destro dell’Inter che domani affronterà il Napoli.
Chi è il suo idolo?
«Mio padre. Quando era bambino faceva il venditore ambulante al mercato, mia madre lavorava in casa. Insieme hanno fatto grandi sacrifici per portare il pane in tavola. Oggi posso permettermi di farli stare bene e godersi i nipoti. Anche mio fratello Nabil è un punto di riferimento. Insieme siamo cresciuti, abbiamo lottato».
Un campione per il Fantacalcio. Non tanti difensori fanno 6 gol e 5 assist.
«Me lo hanno detto! Non conoscevo il Fantacalcio. È simile ai giochi che facevo da bambino. Sono contento di avere portato bonus a chi mi ha scelto. Però nel calcio vero il primo pensiero è impedire che gli avversari arrivino alla nostra porta».
Gattuso lo voleva a Napoli.
«Mi cercavano perché sono giovane e a Dortmund ho lavorato bene. Ma la squadra che mi attirava di più era l’Inter, un progetto di crescita».
Ramadan. È difficile conciliare il digiuno con allenamenti e partite?
«Lo è, non lo nego. Ma è un sacrificio importante per la mia cultura, a cui tengo molto. Quello che conta, per recuperare energie, è riposare bene».