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Repubblica: caso Lazio, una sentenza politica che smonta il protocollo

Curioso che alla fine a pagare siano stati soprattutto i medici con un’interdizione di 12 mesi a testa, mentre la società e Lotito se sono cavata.

Repubblica: caso Lazio, una sentenza politica che smonta il protocollo

Di fatto, scrive Repubblica, la sentenza arrivata ieri sul caso tamponi della Lazio, che non la penalizza in campionato, ha smontato il protocollo approvato un anno fa dalla Lega per la ripresa del campionato

il protocollo era stato blindato anche minacciando penalizzazioni per i furbetti. La sentenza di ieri, dopo quella su Juve-Napoli e le successive, lo priva di qualsiasi residuale efficacia.

Curioso che alla fine, scrive Repubblica, a pagare siano stati soprattutto i medici con un’interdizione di 12 mesi a testa, mentre la società e Lotito se la siano cavata. Il quotidiano definisce infatti “politica” la richiesta di condanna formulata dal Procuratore federale Giuseppe Chinè che di fatto penalizza la Lazio solo con un’ammenda considerando che dalle indagini da lui stesso condotte la violazione della società di Lotito, far giocare Immobile quando era sottoposto a isolamento, le aveva permesso di vincere una partita.

L’accusa avrebbe riconosciuto il “modello 231”, ossia la scissione tra le responsabilità di due rami diversi della società. Una mossa da avvocato difensore, più che da accusatore.

Si attendono ancora le motivazioni della sentenza di ieri, ma già ci si è mossi per l’appello che metterà il presidente della I sezione della Corte d’Appello, il giudice Torsello, difronte a due strade

La prima: penalizzare la Lazio (improbabile, però) e sconfessare le richieste di Chiné, denunciando implicitamente un suo intento politico. Oppure confermare la multa come unica pena. E certificare così che segnalare o meno la positività di un calciatore è assolutamente arbitrario. Demolendo ciò che resta della regolarità del campionato italiano.

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