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Tolisso è il primo calciatore della storia ad essere multato per un tatuaggio (Iran a parte)

Il francese del Bayern ha violato le restrizioni anti-Covid. In Germania c’è la protesta dei parrucchieri chiusi: perché i calciatori si tagliano i capelli e gli altri no?

I capelli, quelli potevi camuffarli. O inventarti una fidanzata particolarmente abile con le forbici. Ma i tatuaggi no. I tatuaggi sono il segno evidente che stai tradendo le restrizioni imposte dal governo per la pandemia in corso. E solo un calciatore poteva riuscire nell’impresa di farsi multare per un tatuaggio.

Accade in Germania, dove la stampa aveva già raccontato la protesta dei parrucchieri – con tanto di sindacati sul piede di guerra – contro i calciatori troppo ben acconciati: in un periodo in cui i saloni sono chiusi per legge come se li sono tagliati i capelli così? E che messaggio danno alla società costretta a starsene chiusa in casa con basette maltagliate e capigliature afro? Non è uno scherzo, in Germania questa cosa ha investito la politica: il primo ministro della Sassonia-Anhalt Reiner Haseloff ha detto al Tagesspiegel: “Guardi la mia acconciatura, oggi me li sono tagliati da solo i capelli”.

E invece Tolisso che fa? Si fa un tatuaggio nuovo. Il suo tatuatore posta le foto sui social e apriti cielo. Il Bayern l’ha multato per aver infranto le regole.

Sui social è partita la lotta tra gli indignati e i mattacchioni (“ora cambierà nome, da Corentin a Quarantine). E il Süddeutsche Zeitung ha commentato:

Alcuni calciatori al momento sembrano bambini di cinque anni che con la crema di nocciola sotto al mento nascondono il barattolo di Nutella. Nella loro bolla privilegiata le violazioni sono particolarmente fastidiose: perché i calciatori, in quanto fornitori di servizi nell’industria dello spettacolo, non hanno sostanzialmente alcuna funzione rilevante per il sistema. E possono ritenersi fortunati a poter continuare a esercitare la loro professione”.

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