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“I calciatori si fanno tagliare i capelli di nascosto”. Parrucchieri sul piede di guerra in Germania

Lettera delle associazioni alla Federcalcio: le restrizioni per il Covid hanno imposto la chiusura dei saloni per un mese, ma in Bundesliga scendono in campo troppe acconciature sospette

“I calciatori si fanno tagliare i capelli di nascosto”. Parrucchieri sul piede di guerra in Germania

Erling Haaland non è un sospetto e nemmeno Mattéo Guendouzi dell’Hertha. Hanno un taglio di capelli clamorosamente non curato. Ma gli altri? Come fanno i calciatori della Bundesliga ad avere sempre i capelli ben acconciati, freschi di taglio e scalpellati a dovere se è vietato andare dal parrucchiere? Sembra una boutade ma in Germania è scoppiato un mezzo scandalo parrucchieri.

Le associazioni nazionali dei lavoratori sono sul piede di guerra perché le restrizioni Covid impongono la chiusura degli esercizi, e accusano i giocatori di farsi tagliare i capelli “a nero”, di nascosto. Ma le prove poi sono evidenti, in campo, ogni weekend. Basta guardare Nicolás González dello Stoccarda o Tahith Chong del Brema, scrive la Sueddeutsche Zeitung.

La discrepanza tra la crescita incontrollata della maggioranza della popolazione, e le eleganti acconciature dei calciatori ha ora allarmato la “Central Association of the Hairdressing Trade”. In una lettera aperta al presidente della DFB Fritz Keller, i parrucchieri tedeschi criticano la mancanza di un modello apposito per il calcio. I circa 80.000 saloni affiliati all’associazione si attengono alle regole, dicono. Ma deve valere per tutti.

“La fornitura di servizi di parrucchiere, con la minaccia di multe elevate, è stata vietata in Germania per quattro settimane”. E si stupiscono che “gran parte dei professionisti del calcio si siano presentino in campo con i capelli appena tagliati”. In mostra “teste rasate, colli e le tempie con sfumature di pochi millimetri, i contorni netti”: non è possibile che facciano da soli. C’è sotto la mano di professionista.

“Le stelle del calcio ben pettinate mettono sotto pressione un’intera industria”, scrivono i parrucchieri. Molti sono sull’orlo del fallimento e vengono pressati dai clienti che vogliono “persuaderli” a lavorare illegalmente, violando regole con i tagli a domicilio “.

La lettera si conclude con un appello alla Federcalcio per mostrare solidarietà e prendere posizione contro il lavoro illegale. D’ora in poi, tutti spettinati e capelloni.

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