Come funziona l’effetto Brady: “Quelli come lui alzano il livello di tutti, allenatori compresi”
La Faz intervista Vollmer ex compagno del mito NFL, che spiega l'arrivo di uno così in una squadra "normale": «Se c'è lui, fai di tutto per non deluderlo»"

Sebastian Vollmer ha giocato dal 2009 al 2016 per i New England Patriots, quelli che fino all’anno scorso erano i padroni della NFL. Perché fino all’anno scorso i Patriots avevano Tom Brady. Il quale, lo sanno tutti ormai, ha cambiato squadra, è andato in una “piccola” ambiziosa, i Tampa Bay Buccaneers, e li ha portati al titolo. I Patriots non si sono qualificati nemmeno per i playoff.
Vollmer in un’intervista alla Faz spiega molto bene cosa significhi l’arrivo in una squadra “normale” di uno come Brady. Che è un argomento facilmente traducibile per la nostra nicchia pallonara: cosa sarebbe accaduto se il Napoli lo scorso anno avesse preso a gennaio uno come Ibrahimovic, col suo carico di carisma? Se lo è chiesto anche un lettore del Napolista, paragonando due situazione molto distanti. Ma il meccanismo di cambio di prospettiva è netto: l’arrivo di Brady scatena una corsa al miglioramento collettivo, è trascinante. Fate un piccolo esperimento mentale: mentre leggete sostituite Brady con Ibra e Buccaneers con Milan (o Napoli…).
“Non puoi negare quell’influenza. Dire che una persona da sola può vincere una partita non sarebbe giusto, per gli altri giocatori, ma anche per le altre squadre. Ma bisogna essere onesti: Tom Brady ha vinto più campionati come giocatore di qualsiasi altra squadra nella sua storia. Quindi è molto chiaro che sia un fattore importante: per il gioco stesso, ma anche per la squadra in cui gioca”.
Come si esprime all’interno di una squadra uno come Brady?
“Tom Brady gioca sempre ai massimi livelli. Come suo compagno di squadra, vuoi tenere il passo. Sicuramente non vuoi essere il giocatore che commette errori, che perde una partita. È per questo che resisti, solo per cercare di raggiungere il livello di Brady. Non è solo così al Super Bowl, ma per l’intera stagione. Se viene ad allenarsi un’ora prima al mattino, allora lo fai anche tu. E lui ti ripaga: a volte si siede anche con te e parla e scherza, ti allena come un allenatore, anche se non lo è. Tom Brady non solo fa il suo lavoro, ma spesso anche quello degli altri. E a volte anche meglio”.
“Tom Brady è sempre molto preparato per ogni discussione, nelle riunioni tattiche può esporre agli allenatori la sua conoscenza di certe situazioni passate, se vuole, perché sa di più, è più preparato di loro. Quindi non solo può far migliorare i suoi compagni di squadra, ma porta anche i suoi allenatori a un altro livello. E il suo allenatore a Tampa Bay, Bruce Arians, gli permette di fare lo stesso con i Buccaneers. Si fida di lui e gli dà la libertà di prendere decisioni a volte dentro o fuori dal campo”.
“Con il trasferimento a Tampa Bay ha corso un rischio enorme dopo 20 anni con i New England Patriots. Se non avesse avuto successo in questa stagione, tutti avrebbero detto che non era all’altezza, che doveva il suo successo ai Patriots solo alla squadra e ai suoi allenatori, che forse non è così bravo dopotutto. Come atleta, dopo una carriera così lunga e di successo, puntare tutto su una carta, credere in se stessi… lo trovo assolutamente impressionante“.