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In 14 mesi a Napoli, Gattuso ha perso il 29% delle partite: praticamente una ogni tre

POSTA NAPOLISTA – Come a Barcellona, la partita è stata persa ancor prima di giocarla. Si intuiva dalle parole vuote della vigilia. Si salva solo Lozano

In 14 mesi a Napoli, Gattuso ha perso il 29% delle partite: praticamente una ogni tre

Nihil sub sole novi. Niente di nuovo sotto il sole. Gattuso e i suoi quando la partita comincia a farsi seria, steccano senza appello. Abbiamo ancora negli occhi gli schiaffoni di Barcellona, quando una squadra in piena crisi incontrò un Napoli deprimentemente normale e gliene diede tre senza appello. La finale è stata persa prima di giocarla. Il solito atteggiamento dimesso, le solite dichiarazioni irrilevanti dicono molto su come Gattuso abbia preparato la partita. Aspettare una Juve quasi in disarmo, che nel primo tempo ha rischiato lasciando il solo Danilo a battagliare con il miglior del Napoli (Lozano) poteva e doveva essere un vantaggio sfruttato in maniera più efficace e convincente. Ma il tecnico è mediocre. Non un’intuizione. Non una strategia che potesse ovviare alle fisiologiche difficoltà che un avversario come la Juve può procurarti.

Il problema di Insigne non esiste. È un buon calciatore, attraversato da intuizioni interessanti. Ma se è il dieci della Nazionale italiana, qualche domanda su dove si sia bloccato il calcio italiano bisognerà pure porsela. Ma se il calcio italiano è quello che ha parlato dall’inizio del lockdown sino alla sentenza del Coni, è superfluo farsi qualsivoglia domanda. Perché abbiamo visto uno spettacolo indecoroso per un anno.

Ma una serata amara come quella di ieri è resa ancor più fosca dall’ingravescente incompetenza e stupidità del tifoso napoletano, ma del resto noi crediamo in Kolarov. Incredibile come dopo la partita-allenamento contro la Fiorentina in tanti tronfiamente e da incompetenti (repetita juvant) preconizzavano un sol boccone di una Juventus in disarmo, visto che il covid di Fabian aveva regalato l’equilibrio in mediana tra Baka e Demme. Ma evidentemente, come con il Barcellona ad agosto, il Napoli ha l’anima caritatevole della squadra perdente e lo sguardo dimesso del proprio “condottiero”.

L’unico giocatore in grado di rendere orgogliosi è stato il messicano. Sin da subito bollato come pacco ancelottiano dai soliti beceri tifosi. Ma del resto Lozano sin da subito è stato visto come un usurpatore della grande bellezza, un intruso nel tridente degli ormai stagionati piccoletti. Stava per avere lo stesso destino di Milik, ma per fortuna il ragazzo si è salvato con grande gioia degli stessi che lo bollavano frettolosamente come sòla.

Adesso si riprenderà il solito tran tran fatto di propositive parole vuote ed una squadra con un andamento tanto bipolare, quanto sconcertante. Ed è qui che attacchiamo Gattuso. Un allenatore esonerato a furor di popolo e di spogliatoio sostituito con un allenatore dal curriculum risibile, per i momenti storici della proprie precedenti squadre, che riesce a totalizzare in 14 mesi il 29% di sconfitte (16 su 55), è significativo rispetto alle prospettive che la proprietà vuol dare alla squadra. I tifosi si mettano l’animo in pace, non hanno mai contato realmente nulla.

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