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Ermal Meta: «Se gli alieni cercassero di capire la Terra da come usiamo i social, la cancellerebbero»

A Repubblica: «Siamo diventati estensioni delle macchine. Dalla pandemia siamo usciti peggiori. L’odio è aumentato, è una specie di arena dove vale solo la regola del sangue informatico»

Ermal Meta: «Se gli alieni cercassero di capire la Terra da come usiamo i social, la cancellerebbero»

Repubblica intervista Ermal Meta. Il suo nuovo pezzo, in uscita il 15 gennaio, si intitola “No satisfaction”. Uno dei versi recita: “non provo più satisfaction per questa new generation”. Gli viene chiesto a quale generazione si riferisce. Risponde:

«Non mi riferisco a quelli nati dopo di me, parlo di tutti, è un punto di vista su quello che siamo diventati, una unica new generation tecnologica. Una volta le macchine erano estensioni umane, sono nate così, oggi siamo noi estensioni delle macchine, prima c’era un uomo che teneva un telefono in mano adesso vedo un telefono che tiene un uomo attaccato. Una schiavitù che ci porta a essere rinchiusi, abbiamo tante finestre aperte ma le tende sono sempre più chiuse».

La pandemia ci ha resi diversi, ma peggiori.

«All’inizio era la grande paura, io stesso mi ritrovavo la notte a non dormire, si respirava attraverso i social, anche perché non ci si poteva vedere. Si diceva: ne usciremo migliori. Ma non è vero niente, non siamo usciti migliori, l’odio è aumentato, moltiplicato, tutti contro tutti, una specie di arena dove vale solo la regola del sangue informatico. Sembra una rappresentazione del mondo ma non è così, il mondo è pieno di persone meravigliose ma chissà perché si vedono così poco. Il pezzo nasce dalla delusione, neanche stavolta siamo riusciti a migliorarci. Tutti a giudicare qualsiasi cosa, senza pensarci su, a volte mi sembra che i social raccontino un mondo parallelo. Se gli alieni arrivassero sulla Terra e cercassero di capire da questo il nostro mondo, penso che cancellerebbero il pianeta. Più che rabbia è un’analisi d’inverno, quando si sente molto freddo».

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